Canzoni Criminali, quando la musica racconta la cronaca nera

Musica e arte hanno sempre subito il fascino del proibito, questa playlist lo dimostra

Il crimine ha sempre avuto una sorta di macabro fascino sulle persone. C'è poco da fare, nonostante la ragione cerchi di allontanarci da delitti e misfatti, c'è una parte inconscia di noi che ci attrae e che ci spinge a voler saperne di più. Siamo coscienti che approfondire ci porterà a provare un senso di ribrezzo e disagio ancora più grande. La cronaca nera, però, ha lo stesso effetto di un film horror che ci tiene incollati allo schermo, con il piccolo particolare che si tratta di storie vere, nelle quali sono coinvolte persone in carne ed ossa.

Antonio 'Tony Face' Bacciocchi, musicista e scrittore, è uno dei massimi esperti di cultura underground italiana e non solo. Considerato il padre della scena Mod italiana, ha vissuto in prima persona alcune delle fasi che oggi vengono ricordate come crocevia fondamentali nella sottocultura del nostro paese. 

"Criminal World" è una delle varie rubriche che si possono trovare all'interno del blog di Antonio: ogni post riprende uno dei criminali più celebri della storia e lo collega al mondo della musica, del cinema e della letteratura. Sono tantissimi i musicisti che nei testi delle proprie canzoni hanno fatto riferimento a celebri serial killer, assassini o situazioni non proprio da cronaca rosa.

Ecco 10 delle canzoni più "criminali" della storia della musica, alcune tratte dal blog di Bacciocchi, altre scelte da noi:


Casino Royale - "Bonnie & Clyde"

Si tratta, senza ombra di dubbio, della coppia più famosa della storia del crimine. Rapine, furti e piccola criminalità, accompagnati da qualche morto e ferito, li ha portati ad essere in continua fuga negli anni '30. Pedinati ed infine sorpresi dalla polizia, vengono travolti da una valanga di proiettili che li porta ad una morte prematura (23 e 25 anni). La loro teatrale storia li ha fatti irrompere nell'immaginario della cultura popolare come delle icone. Su di loro sono stati fatti film, sono stati scritti libri e sono state composte numerose canzoni: Da Tupac a Eminem, da Demi LovatoJay-Z e Beyonce fino a Georgie Fame e la sua "The Ballad of Bonnie & Clyde" ripresa anche da Gianni Pettenati. Ecco invece lo storico brano ska dei Casino Royale che narra proprio le gesta della giovane coppia.

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Baustelle - "Un Romantico a Milano"

Veniamo in Italia e veniamo a Luciano Lutring: una delle figure cardine della criminalità italiana degli anni '70. Lutring trascorre la vita facendo sponda tra Francia e Italia, dove conclude centinaia di rapine per un valore stimato attorno ai trenta miliardi di vecchie lire. Conosciuto come "Il solista del mitra" per l'abitudine di trasportare la propria arma all'interno di una custodia di violino, afferma di aver iniziato la carriera criminale così: «Un giorno mia zia mi chiese di andare a pagare una bolletta alle poste. Io andai. Ma l’impiegato era lento e detti un pugno sul bancone. Nel movimento si vide la finta pistola che portavo sotto la cintura. L’impiegato credette che fosse una rapina e mi consegnò i soldi. Io pensai: “È così facile?”. E me ne andai col bottino.» I Baustelle, soprattutto nel video, fanno riferimento al criminale milanese nella canzone "Un Romantico a Milano".

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Enzo Jannacci - "Faceva il palo nella banda dell'ortica"

La celebre canzone del Jannacci milanese, quello che canta dello stesso quartiere della Via Gluk di Celentano per intenderci. Una canzone che non parla di criminalità in senso stretto, parla comicamente di uno squattrinato che si ritrova a fare il palo per una banda specializzata in rapine. Il problema è che il malcapitato non vede nulla e la banda viene, ovviamente, presa in flagrante. Alla fine della triste storia, il poveretto non crede sia meglio lasciar perdere quel genere di attività, decide invece di mettersi in proprio. Una criminalità comica e cabarettistica che non potevamo non includere, come omaggio a quel geniaccio di un Jannacci.

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Amor Fou - "De Pedis"

Prendiamo Narcos o meglio ancora Romanzo Criminale e Gomorra, per guardare in casa nostra. Da anni ormai, rappresentare i criminali nelle serie tv è cosa molto comune e altrettanto criticata. Spesso le storie vengono romanzate in modo tale da far apparire questi personaggi alla stregua di eroi o poco via. La celebre serie, tratta dal romanzo di Giancarlo De Cataldo, che narra le vicende della Banda della Magliana è stato uno dei primi successi seriali che l'Italia è riuscita ad esportare all'estero. Enrico De Pedis, Renatino o Dandi, è stato uno dei principali esponenti della banda che terrorizzò Roma e che riuscì a tenere la politica italiana in mano per parecchio tempo. Nell' omonima canzone, gli Amor Fou, parlano proprio del boss della malavita romana e questo ha scatenato forti critiche da parte di molte persone, tra cui l'allora sindaco di Roma, Gianni Alemanno: "Bisognerebbe essere molto meno indulgenti rispetto a questi fenomeni perché la Banda della Magliana a Roma rappresenta quello che la mafia rappresenta per la Sicilia e per le altre regioni del Sud". 

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Acid Folk Alleanza - "Cianciulli Balla"

La Saponificatrice di Correggio, come viene ricordata Leonarda Cianciulli, è passata alla storia per aver bollito con la soda caustica i cadaveri smembrati delle proprie vittime. Tutto ciò al fine di ricavarne sapone, come viene ricordato in "Confessioni di un'anima amareggiata", la discussa autobiografia della donna. I fatti che riguardano questa pagina di cronaca nera del nostro paese vanno presi con le pinze, considerando le numerose storie senza fonte che girano al rigurardo. Pare, ad ogni modo, che la Cianciulli abbia sezionato i cadaveri di tre delle sue amiche e li abbia in parte cucinati e in parte trasformati in saponette.

Il gruppo Acid Folk Alleanza, ha dedicato la canzone "Cianciulli Balla" del 1993 proprio alla saponificatrice di Correggio.

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Calibro 35 - "Milano Odia: La Polizia Non Può Sparare"

I Calibro sono sempre stati influenzati dalle colonne sonore dei film polizieschi degli anni 70 e in "Milano Odia" hanno ripreso il tema principale, scritto da Morricone, dell'omonimo film di Umberto Lenzi. Qua non si parla direttamente di canzoni ispirate a un fatto criminale o a una persona precisa, ma di un mondo che fa parte della storia del nostro paese. La criminalità italiana negli anni '70 e '80 ha rappresentato uno spaccato della storia e della politica nelle principali metropoli e non solo: attentati, bande organizzate e radicate nel territorio, rapporti tra servizi segreti e crimine. Questi sono solo alcuni dei fattori che hanno influenzato cinema e musica nel corso degli ultimi decenni.

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Morrissey - "The Last Of The Famous International Playboys"

"Reggie Kray do you know my name?...Ronnie Kray do you know my face?" cantava il buon Morrisey nel 1989 riferendosi ai Kray Twins, i celebri fratelli gangster che hanno seminato il panico nella Swinging London degli anni '60. I delitti a loro carico vanno dall'omicidio all'estorsione, per arrivare ad un'espulsione dall'esercito in tempi record (pochi minuti). I due omoni erano soliti frequentare la creme della creme dell'epoca: Frank Sinatra, Judy Garland e Barbara Streisand sono solo alcuni dei nomi legati ai gemelli del crimine. La loro organizzazione offriva protezione, come venne poi confermato, a molte delle celebrità più note dell'epoca.

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Slayer - "Dead Skin Mask"

È una storia terrificante, quella di Ed Gein. Non si è mai riuscito a scoprire il numero esatto di vittime associate al Macellaio di Plainfield, la cui vicenda inizia con la scomparsa di sei persone. Gein verrà infine accusato per l'omicidio di solamente due di esse, ma ciò che ha reso tristemente nota la sua storia si cela dietro ai delitti perpetrati. Pare che l'uomo abbia commesso atti di squartamento e necrofilia sulle vittime prescelte, che fosse solito recarsi nei cimiteri e una una volta trafugate le bare si costruisse oggetti di arredo per la casa con pelle umana ed altre parti del corpo. Le citazioni artistiche a questo terribile fatto sono numerose: "Psyco", "Non aprite quella porta", "Il silenzio degli innocenti" e "American Horror Story" sono alcune delle trasposizioni sullo schermo della storia di Ed Gein. Per quel che riguarda l'ambito musicale, abbiamo preso "Dead Skin Mask" degli Slayer, il cui titolo è già esplicativo di suo.

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Sex Pistols - "No One Is Innocent"

Se vi siete mai chiesti da dove venisse la copertina di "Goo" degli Sonic Youth, ecco la risposta: il disegno si ispira a una foto scattata a Maureen Hindley e suo marito mentre si recano in tribunale per testimoniare contro i fatti dei Moors Murders: una serie di delitti commessi da Ian Brady e Myra Hindley tra il luglio 1963 e l'ottobre 1965 nell'area intorno a Manchester. I due sono stati incriminati per l'assassinio di 5 bambini e adolescenti di età compresa tra i 10 e i 17 anni, di cui quattro furono anche violentati. La serie di delitti prende il nome da Moors (brughiera in inglese) perché due delle vittime sono state rinvenute proprio in una fossa nella brughiera di Saddleworth. Myra Hindley, "la donna più malvagia d'Inghilterra", ha richiesto più volte la scarcerazione che non gli è mai stata concessa. Al contrario, il suo compagno ha chiesto ripetutamente di essere messo a morte e di non essere assolutamete rimesso in libertà.

"God save Myra Hindley God save Ian Brady...Even though he's horrible and she ain't what you call a lady" cantavano i Sex Pistols.

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Sufjan Stevens - "John Wayne Gacy Jr."

Quella per i clown è una delle paure più strane e apparentemente irrazionali che possiamo immaginare, un po' come quella per le bambole di porcellana o le voci dei bambini di notte. Tutti questi fattori, però, sono stati usati numerose volte all'interno dei film horror. La questione si complica quando non si tratta di finzione, quando si tratta della dura e cruda realtà.

John Wayne Gacy Jr., il tipico vicino che "salutava sempre" ed era un esempio per il vicinato, nascondeva il suo alter ego dietro a Pogo il Clown: che rapì, torturò, sodomizzò e uccise 33 ragazzi e adulti, spesso seppellendoli sotto la sua abitazione o ammassandoli in cantina, tra il 1972 e il 1978 quando fu catturato. John Wayne faceva parte di una delle tante organizzazioni di volontari che andava a casa dei bambini o negli ospedali per farli divertire durante le feste ed i compleanni. Le sue ultime parole prima di essere giustiziato pare siano state "Kiss my ass".

Sufjan Stevens racconta questa terribile storia in una canzone che riprende proprio il nome di battesimo del serial killer.

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L'articolo Canzoni Criminali, quando la musica racconta la cronaca nera di Andrea Bonn è apparso su Rockit.it il 2017-07-04 08:00:00

Tag: playlist

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