Tempo fa vi avevamo già raccontato come la musica viene utilizzata dai servizi segreti americani per torturare i propri prigionieri durante gli interrogatori. Ora il The Sun ha portato alla luce il caso di Suleiman Abdullah, un pescatore tanzaniano che è stato costretto ad un ascolto intensivo della canzone "My Love" della boy band degli anni '90 Westlife e che, stremato dall'interrogatorio, ha poi tentato il suicidio.
Secondo quanto riporta il sito inglese, Abdullah è stato rapito nel 2003 in Somalia e consegnato agli uomini dell'agenzia in quanto presunto terrorista. Dopo essere stato tenuto in custodia per cinque anni in tre strutture diverse senza mai essere formalmente incriminato, è stato rilasciato. Gli agenti avrebbero scelto la canzone perché gli ricordava la moglie, con cui si era sposato appena due settimane prima di essere stato prelevato.
Kian Egan dei Westlife ha commentato la vicenda durante una diretta radio: "È una canzone noiosa, dovrebbero bastare 2 ore di My Love per far crollare qualcuno", uscita a nostro avviso non così elegante dal momento che stiamo parlando di un caso di tortura.
L'American Civil Liberties Union ha avviato un'azione legale contro la Cia e sta raccogliendo testimonianze al fine di raccontare la brutalità di questo tipo di interrogatori.
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L'articolo La Cia usa le boy band per torturare i presunti terroristi di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2015-10-16 12:26:00
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