Nel Regno Unito, la musica non è solo musica: è immaginario, manifesto politico, codice visivo. È dai pub punk di Brixton ai club queer di Manchester, passando per le etichette DIY di Glasgow, che si costruisce il futuro del suono europeo. E tra questi luoghi – che resistono tra gentrificazione e tagli alla cultura – c’è una figura che osserva, crea, connette: Raissa Pardini.
Designer italiana trapiantata in UK, Raissa è diventata una delle voci visive più riconoscibili della nuova scena indipendente britannica. Non si limita a impaginare poster: fa parte della struttura emotiva e identitaria di decine di band che oggi definiscono il suono post-pandemico del Regno Unito. E lo fa in un momento in cui la scena, sotto attacco, ha più che mai bisogno di visioni forti.
Non è una creativa da scrivania. È cresciuta andando ai concerti, suonando da DJ, mescolando sottoculture. La sua estetica riflette questo: posteri tipografici con il cuore rave, fanzine psichedeliche, palette anni '70 e glitch digitali. La sua pratica è profondamente politica: cura l'immagine di cumgirl8, band femminista newyorkese che porta in tour l’idea che arte e attivismo siano la stessa cosa.
E lo fa con una precisione visiva che prende posizione.
Mentre molti parlano della crisi della musica indipendente, Raissa ci lavora dentro. Crea ponti tra Londra, Berlino, Milano e New York. Traduce le scene locali in linguaggi universali.
Ci vediamo lunedì 8 settembre alle ore 18.00, chi ha attivato Rockit PROpotrà partecipare all'incontro in diretta o troverà la registrazione nell'area INSIDER, costantemente aggiornata con i prossimi appuntamenti.
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L'articolo Cosa ci insegna la situazione della musica in Uk di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-07-23 15:36:00
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