È morto Don Buchla, il pioniere dei synth modulari

Al pari di Harald Bode e Robert Moog, fu una delle figure fondamentali per l’evoluzione dei sintetizzatori

Don Buchla
Don Buchla - via ww2.kqed.org
19/09/2016 - 11:04 Scritto da Sandro Giorello

Lo scorso 14 settembre è mancato all’eta di 79 anni Don Buchla, uno dei più importanti produttori di sintetizzatori di tutti i tempi. Insieme a Harald Bode e al più noto Robert Moog, è considerato come una delle figure fondamentali per la nascita e l’evoluzione dei synth modulari.

Nato nel 1937 in California, si avvicinò alla musica studiando pianoforte ma maturò subito un discreto interesse per l'elettronica incominciando a costruire radio a transistor e altri strumenti simili. Si laureò in fisica nel 1959 e, l’anno successivo, applicò cosa aveva imparato prendendo parte alla costruzione dell’impianto audio per i concerti dei Grateful Dead e, parallelamente, collaborando con la NASA ad un progetto che aiutasse i piloti a navigare nello spazio seguendo segnali sonori.


(Il Buchla Box 300, via)

Il suo primo sintetizzatore - chiamato “Music Easel, Thunder” o semplicemente il “Buchla Box” - fu creato nel 1963 ma non venne ultimato fino alla fine del 1965, facendosi così anticipare dalla Moog che, invece, uscì l’anno prima con il suo primo prototipo di sintetizzatore. A differenza di quest’ultimo, il “Buchla Box” aveva la particolarità di non avere una tastiera. Si trattava di una vera e propria presa di posizione di Don Buchla per spingere i musicisti a pensare in maniera non convenzionale: “La tastiera è un’impostazione totalitaria” - disse ai tempi Don Buchla - “Quando ti trovi davanti a dei tasti neri e bianchi, è difficile suonare di tutto. Farai solo musica per tastiere”.

Nel 1969 vendette al licenza del "Buchla Box” alla CBS che produsse altri modelli come il 200, il 300 e il 700 (già fornito di entrata MIDI). Negli anni successivi continuò a collaborare con molti dei marchi più importanti come Oberheim e Moog. Nel 2012, ormai gravemente ammalato di cancro, decise di ritirarsi.

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(Don Buchla e Alessandro Cortini dal vivo)

In tutta la sua carriera Don Buchla ha sempre dimostrato di essere uno sperimentatore: “Se un giorno le mie invenzioni diventassero troppo popolari, vorrebbe dire che ho sbagliato qualcosa e sarebbe giusto procedere oltre” - disse Buchla allo scrittore Trevor Pinch - “Mi è sempre piaciuto rimanere in bilico sul limite”.

(viavia)

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