Anche questo è backstage: vi raccontiamo com'è la cucina di un grande festival

Non è vero che ai festival si mangia sempre male, anzi. Lo chef Daniele Cauduro ci spiega le ricette che proporrà agli artisti dell’Home festival di Treviso.

30/08/2017 - 11:24 Scritto da Andrea Bonn

Daniele Cauduro è di origini italiane ma è nato in Canada. La passione per la cucina lo ha portato a studiare nel nostro paese dove ha imparato tutti i trucchi del mestiere che, poi, ha deciso di diffondere nei ristoranti di Toronto, dove ha sviluppato la sua carriera. Poi, per amore, è tornato Italia. Oltre a gestire l’Home Rock Bar di Treviso è anche il cuoco ufficiale dell’Home Festival, che oggi inaugura la sua settima edizione. L’abbiamo intervistato per capire cosa mangeranno le quasi mille persone - divise tra musicisti e staff - coinvolte nella manifestazione. E no, non è vero che ai festival si magia sempre così male.

Per quante persone dovrete cucinare nel corso dei cinque giorni di festival?
Le persone da sfamare saranno all’incirca 400 per i primi quattro giorni, sia a pranzo che a cena ovviamente. Mentre la domenica potremo arrivare ad un massimo di 500 persone.

I musicisti avranno un menù a parte o la vostra è una cucina democratica, uguale per tutti?
Il menu sarà assolutamente uguale per tutti, mentre per il servizio non si può dire altrettanto, ovviamente: gli artisti verranno serviti al tavolo dai camerieri, mentre per quel che riguarda lo staff si cercherà di creare comunque una bella atmosfera, come è sempre stato nel corso degli anni. Gli artisti possono godere anche degli optional: se hanno delle esigenze alimentari particolari cerchiamo di accontentarli in tutti i modi.

Immagino che avrete anche delle offerte vegetariane…
Ti dirò, la maggior parte dei nostri piatti è a base di frutta e verdura, per le quali gli artisti vanno ghiotti: cotte, crude, alla griglia e chi più ne ha più ne metta. Devo dire che vanno per la maggiore anche le paste spadellate con i tipici sapori mediterranei: pomodoro e basilico su tutti, soprattutto per gli artisti stranieri, che vengono in Italia e approfittano per gustarsi i sapori del nostro Paese.

Quali sono le principali difficoltà nel cucinare per così tante persone in un ambiente non certo tranquillo come quello di un festival?
Ci prepariamo tutto l’anno per questo evento e devo dire che arriviamo alla deadline preparatissimi da ogni punto di vista. L’unica difficoltà, che non dipende da noi ovviamente, può essere rappresentata dalle condizioni metereologiche: in tal caso qualche problema da affrontare sarebbe inevitabile.

Diamo un po’ di numeri, com'è la lista della spesa?
Direi che una domanda a cui non è facile rispondere nel dettaglio (ride), posso dirti che abbiamo un pallet al giorno pieno zeppo di frutta e verdura da cucinare, e ti assicuro che è tanta roba! Abbiamo, poi, 15 kg di un riso orientale che va molto e che usiamo per fare delle insalatone di riso.

Quanti siete al lavoro?
Saremo una decina, tra sala e cucina.

Qual è l’ingrediente indispensabile nella cucina di un festival?
Come dicevo prima frutta e verdura vanno per la maggiore assieme a pasta e riso, io in più ho il mio ingrediente (più o meno) segreto, il “Misto Dan”: un mix tritato di pomodoro, sedano, cipolla e carote che è la base di praticamente tutti i piatti che cucino.

Quali sono le ricette che proporrai o hai proposto nelle passate edizioni dell’Home Festival e di cui vai più fiero?
Senza ombra di dubbio il buffet è quello che tutti apprezzano di più, il nostro è di 4 metri e ci trovi di tutto: crudo e cotto. Poi ci sono le verdure cucinate in tutti i modi, noi le facciamo grigliate, al forno, bollite, al vapore e saltate. Se vogliamo prendere una ricetta in particolare ti proporrei la mia zuppa di pollo e verdure, sempre con il mio “Misto Dan” alla base: soprattutto di sera la gente che suona (ma anche che lavora) ha bisogno di una bella zuppetta che ti scioglie. Se vogliamo mettere un po’ di pepe invece andrei con il messicano, le fajitas leggermente piccanti con il pollo: la carne viene marinata nella birra e poi cotta al forno dove vengono aggiunti i peperoni e le cipolle bianche e rosse caramellate con la tequila (per dare un po’ di carica).

Insomma fai ubriacare gli artisti prima di salire sul palco.
L’alcol lo uso solo per sfumare il cibo, in modo che si senta solo il sapore e che dia quella verve in più. Di solito si ubriacano dopo il concerto, mai prima! (ride)

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L'articolo Anche questo è backstage: vi raccontiamo com'è la cucina di un grande festival di Andrea Bonn è apparso su Rockit.it il 2017-08-30 11:24:00

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