Negli ultimi mesi sembra che la Musica sia diventata uno dei cardini per qualsiasi campagna elettorale, tra momenti di entusiasmo collettivo, qualche flop e molti fraintendimenti. Grandi artisti associati ad uno o all'altro schieramento, a volte per scelta ideologica dichiarata, altre volte per strumentalizzazione, altre ancora per semplice confusione.
Uno degli ultimi fraintendimenti sembra aver colpito Franco Mussida, che su un articolo apparso sul quotidiano La Repubblica è stato associato allo schieramento di centrodestra. Questa associazione sembrerebbe però una svista, pertanto riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera di Franco Mussida, nella quale tiene a chiarire di non avere alcuna posizione riconducibile ad un'area politica.
MUSICA & POLITICA
Quando la politica uccide la libertà e fomenta un giudicare perverso
di Franco Mussida
(musicista e presidente del CPM Music Institute di Milano)
Per aver dato la possibilità a 20 ragazzi di suonare su un palco che pochi si possono permettere mi e’ successo di tutto. E’ come se un virus perverso avesse di colpo trasformato la mia immagine agli occhi del mondo. Mi sono sentito come quando Del Piero ha fatto la pubblicità del Cepu. Mi tocca perciò ribadire chi sono, visto che mi è stata data un’etichetta che non mi appartiene. Io non sarò sul palco al concerto di questa sera, né la struttura che dirigo da 27 anni ( il CPM) va associata ad una corrente politica.
Per 30 anni ho provato a dare sostegno ai ragazzi che volevano fare della loro passione per la musica il loro lavoro dando loro l’opportunità di crescere e di incontrare il pubblico. L’ho fatto considerando la Musica specifico territorio dell’arte, libero da etichette. Lo scopo della Musica è quello di comunicare idee, fare cronaca, ma anche, se non soprattutto, farci scoprire il comune senso di sentirci umanità. La Musica nella sua essenza e’ fatta per unire non per dividere. Quella del musicista è una professione difficile. I giovani artisti hanno bisogno della gente, del pubblico, del palco, della possibilità di misurarsi, di mettere alla prova loro stessi, di vivere lo stress dell’esibizione. Non è facile in una città dove i posti per suonare stanno scomparendo e non c’è una politica a riguardo. Sono quindi contento che alcuni di loro possano vivere l’esperienza fantastica di trovarsi a suonare in una delle più belle e famose piazze d’Italia. Sono felice per loro; non sposteranno voti visto che non li conosce nessuno ma sono bravissimi come i Jaspers, Sara Robin, Jessica Rose, I Dischi Rotti, Paola Miceli.
La Musica non è Milan o l’Inter, è vita, vita per tutti. Certo c’è “mi piace … non mi piace …” simpatie e antipatie, ma tutto dovrebbe fermarsi lì. La scuola che dirigo rappresenta una eccellenza della città di Milano, oggi con una giunta, domani con l’altra. Abbiamo dato un servizio come è stato fatto con Penati del PD, per ben due volte, organizzando con lui e per lui la Sinfonia Popolare per 1000 chitarre. Personalmente invece, in veste di musicista e di artista, io sto col buon senso e con chi racconta attraverso i suoi pensieri cose che possono fecondare il cuore della gente, far nascere sentimenti di unione, coesione, solidarietà, cosa che la politica oggi non sembra essere in grado di fare dando a tutti un pessimo esempio.
La mia storia parla per me. La mia chitarra e le mie idee musicali le ho messe a disposizione di Fabrizio De André un tempo, come di Roberto Vecchioni oggi, accompagnando recentemente a Sanremo (lì ero sul palco) il suo splendido pezzo che ha avuto il merito di sollevare i cuori degli italiani ben oltre la politica, come dovrebbe fare sempre la Musica.
Sono e voglio rimanere un musicista libero, per favore non datemi etichette altrimenti vi rispondo come Fabrizio De André, ovvero: “sono un artista intimamente anarchico e la politica mi fa schifo”.
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L'articolo Franco Mussida: Musica & Politica di Redazione è apparso su Rockit.it il 2011-05-27 00:00:00
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