L’audiolibro di Morgan, un falso d'autore

Morgan si racconta nella sua nuova opera-fiume, un enorme flusso di coscienza tra fiaba e vita vera, tra citazioni filosofiche, musica e i soliti episodi trash

Particolare della copertina de L'audiolibro di Morgan
Particolare della copertina de L'audiolibro di Morgan

L'audiolibro di Morgan arriva a tredici anni dal suo ultimo album ufficiale e ci ha colpito per vari motivi. L'operazione è ardita: quasi cinque ore di letture, pensieri, considerazioni, canzoni, spunti musicali e intrepidi “sovvertimenti dei sensi tra suono e parola”.

In un periodo come questo, di distanziamento fisico e di pensiero, la pubblicazione edita da Emons Libri & Audiolibri è particolarmente interessante da esplorare. L'audiolibro di Morgan non va solamente ascoltato. È una sorta di enorme flusso di coscienza di un uomo, anzi di un artista, che negli anni abbiamo imparato a conoscere praticamente in ogni sua sfaccettatura: dalle profonde debolezze alle enormi potenzialità, spesso sprecate. Ecco allora che un episodio come Ciao Ragazzi Ciao Novella 2001 Odissea nello spazio Madonina, Nietzsche e Wagner, è davvero utile per calarci nel mare magnum di Morgan.

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Tutti i riferimenti della sua cultura sono dentro questo pezzo. C’è il cantautorato anni Sessanta nella citazione del brano di Celentano, poi ovviamente il pop, che sfocia spesso nel trash, di cui il nostro si è reso più di una volta protagonista. Ovviamente Milano, evocata nella sua versione più mistica e popolare con la Madonnina, e quindi Nietzsche e Wagner, due capisaldi della filosofia musicale morganiana. Ma se state pensando a un audiolibro pesante, impossibile da ascoltare mentre state girando il sugo prima di cenare, vi state sbagliando di grosso. Certo, non lo si ascolta in completa scioltezza, ma è talmente vasto e variegato che anche se vi perdeste un collegamento dotto, un rimando intellettuale o anche una riflessione volante di Morgan, non sarebbe poi una cosa così grave.

Uno dei più grandi valori di questo lavoro è il suo carattere di opera-fiume, in cui Morgan è stato lasciato libero di inserire qualsiasi cosa volesse. Proprio la forma di audiolibro, che sfiora le sei ore totali di ascolto, gli ha permesso di non avere limiti, di lasciare fluire in modo assolutamente naturale e possente la propria vena artistica. Questo porta a triplici risultati. Ci sono momenti, tipo Le fate, in cui si ascoltano dei pezzi di bravura assoluti di Morgan, che prende la tradizione favolistica e la remixa, impastandoci dentro la cronaca mondana, la riflessione da snob e i pensieri di un uomo inquieto.

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Ne viene fuori una sorta di teatro-canzone in cui, per dirla alla Baudelaire, si vede, palpitante, “il cuore dell’artista messo a nudo”. Ma ci sono anche altri momenti, come Solitudine, in cui il circo sonoro di Morgan viene quasi gonfiato in modo artificiale e dove si può ascoltare una confessione non-confessione che, invece di mostrarci il Marco Castoldi dietro al Morgan musicista ci fa vedere una sorta di doppelgänger dell’artista, una visione ideale di sé come “unico puro creatore in un mondo di impuri copiatori”.

Se la logica del “titanismo” è un concetto molto esplorato in sede letteraria e poetica nel Romanticismo, ascoltarlo oggi da Morgan, dopo tutte le cose che ha passato (e ci ha fatto passare),  risulta un po' stucchevole. Non è un passaggio infelice tout court, ma certamente nelle ore di ascolto se ne poteva fare a meno. Il capitolo Stavo dormendo – Il volubile sasso è la punta di diamante dell’intero lavoro di Morgan e anche una speranza per il futuro. Qui l'artista diventa una specie di pifferaio magico che, armato di strumenti musicali, parola e voce, ci guida attraverso una storia surreale e assurda, a metà strada tra la fiaba nera e il teatro di improvvisazione.

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Se dovessimo salvare una sola cosa de L’audiolibro di Morgan, sarebbe proprio un momento come quello appena citato, in cui la parola si fa musica, il verso strofa e viceversa, in un continuo rimando in cui canzone e storia iniziano a scolorare, a fare l’amore assieme e a diventare qualcos’altro. Non so esattamente cosa, ogni tanto mi è venuto in mente il termine “lirica monodica”, un po’ per ricalcare quella della Grecia Antica, ovvero un modo di poetare indissolubilmente legato alla musica e agli strumenti.

L’audiolibro di Morgan è un racconto in cui il suo protagonista si mette fintamente a nudo. In realtà, come nella fiaba nera, veste una pelle d’asino e si racconta per quello che (non) è. Se l’arte è la finzione della vita, l’esistenza di Morgan è una storia che vogliamo ascoltare, e questo audiolibro ce lo permette mentre, per citare il poeta: “Tornò dalle battaglie perse e si dimenticò la strada. Poi errando si svago svagando un po' al museo di scienza naturale. Faceva proprio finta di sapere dove andare!” .

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L'articolo L’audiolibro di Morgan, un falso d'autore di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2020-12-02 15:10:00

Tag: libro

COMMENTI (5)

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  • giorgiomoltisanti 4 anni fa Rispondi

    @Musicadacamera ho smesso di confronarmi coi fan(atici) anni fa, sorry..

  • utente165691 4 anni fa Rispondi

    @giorgiomoltisanti evidentemente hai tempo da perdere. Non scrivere senza aver ascoltato, grazie.

  • utente165691 4 anni fa Rispondi

    Un’opera bellissima, delicata e affascinante. Un viaggio nella mente del musicista che illumina questo periodo buio. Magari ce ne fossero di Morgan. Un ringraziamento sarebbe superfluo.

  • EleuteriovonNestor 4 anni fa Rispondi

    @giorgiomoltisanti Cito Omero, perché così non mi sbaglio mai "Qui visse Sísifo, che era il più astuto degli uomini,/ Sísifo, figlio d'Èolo; e un figlio generò Glauco;/ e Glauco generò Bellerofonte perfetto": nessuna punizione, solo voglia di avventura come in gdr degli anni Anni Novanta :)

  • giorgiomoltisanti 4 anni fa Rispondi

    Io leggerei molto volentieri un saggio su/di Mattia Nesto che ci spiega cosa possa mai aver creduto di aver fatto di male in vita per meritarsi la recensione di 5 ore e 22 minuti di tralle sparse di Morgan. Una prece.