Musica da Bere sa sempre come far brillare il talento

Abbiamo seguito passo dopo passo l’edizione 2024 di Musica da Bere: tra grande affluenza di pubblico, numerosi addetti ai lavori e un sacco di buona musica, a portare a casa la vittoria sono state le cantautrici Chiarè e Kyoto. Ecco le loro parole

La vincitrice Chiarè, foto di Lucia Vinaschi
La vincitrice Chiarè, foto di Lucia Vinaschi

Oltre 700 candidature, mesi di lavoro intenso a livello territoriale e nazionale. Incontri, promozione, ascolti attenti e, soprattutto, un confronto continuo tra artisti, organizzatori e pubblico. Questo è il cuore pulsante di Musica da Bere, un progetto che non si limita a essere un concorso, ma diventa una vera e propria piattaforma di crescita e visibilità per i nuovi talenti. Dietro le quinte, c’è un impegno straordinario fatto di passione, dedizione e un forte desiderio di dare voce a chi sogna di lasciare il proprio segno nella musica italiana. Musica da Bere non offre solo un palco, ma crea una rete di opportunità e relazioni che possono fare la differenza per emergere in un panorama competitivo e in continua evoluzione. 

Non meno importante è l’attenzione dedicata alla qualità delle proposte musicali, frutto di un lavoro di selezione accurato che valorizza l’originalità e la personalità di ciascun partecipante. Questo processo non premia solo chi arriva in finale, ma rappresenta un’occasione di crescita per tutti coloro che scelgono di mettersi in gioco, aprendosi a un dialogo autentico con il panorama musicale italiano. In un contesto in cui farsi notare è sempre più difficile, iniziative come Musica da Bere sono un faro per giovani talenti, un luogo in cui la musica trova spazio per respirare, evolversi e raccontare il presente, lasciando un segno indelebile nel futuro.

Durante la serata finale, il Primo Premio è stato assegnato a Chiaré, nome d’arte di Chiara Ianniciello, giovane artista campana classe 1999. La Giuria ha premiato il suo straordinario talento, riconoscendo in lei un’originalità eclettica e una rara capacità di combinare una profonda sensibilità emotiva con una visione artistica in continua evoluzione. Queste qualità l’hanno consacrata come una delle protagoniste più luminose di questa edizione. Chiaré ha ricevuto un premio di 3.000 euro, l’opportunità di esibirsi in tre concerti live e la realizzazione di un video unplugged. Parallelamente, il Premio Live è stato assegnato da parte della Giuria Festival a Kyoto, progetto della talentuosa artista pugliese Roberta Russo. Kyoto si è distinta per la sua forza espressiva e per una proposta musicale capace di affascinare e coinvolgere. Grazie a questa vittoria, ha ottenuto un contributo di 2.000 euro e cinque esibizioni dal vivo sui palchi di alcuni dei più prestigiosi live club e festival partner del concorso.

Dopo i due trionfi, abbiamo avuto la possibilità di scambiare qualche parola con entrambe le vincitrici.

foto di Roberto Cavalli
foto di Roberto Cavalli

Prima di tutto, complimenti per la vittoria, come ti senti dopo aver conquistato il primo posto a "Musica da Bere"? Quali emozioni hai provato quando hai saputo di aver vinto?

Chiarè: Grazie, non me l’aspettavo ma ho voluto credere che fosse possibile. L’emozione più forte è stata quando siamo saliti sul palco. Essere arrivati tra i sei finalisti è stato per me già un grandissimo traguardo. Mi sono commossa e ho provato una profonda gratitudine.

Il contest "Musica da Bere" è conosciuto per valorizzare i nuovi talenti. Cosa significa per te essere stata riconosciuta in questo contesto, e quali pensi siano stati i punti di forza che ti hanno fatto emergere rispetto agli altri artisti?

Chiarè: Tutti i concorrenti erano davvero bravi. Ognuno aveva una forte identità. Nella motivazione del Premio si faceva riferimento a una vena eclettica che sa sfociare nell’arte degli incontri e alla capacità di combinare diverse attitudini e trasformarle in linguaggi propri. Ho scoperto che mi rivedo molto in questa descrizione, e dico “ho scoperto” perché, a volte, so essere davvero molto autocritica, quindi non sarei mai riuscita a trovare delle parole così belle per descrivere il mio progetto. Essere riconosciuta in un contesto così importante mi fa onore e, ancora una volta, mi rende profondamente grata.

Durante il contest hai avuto modo di condividere il palco con altri cantautori e musicisti. Tu che influenze hai? Che musica ascolti? Come ti sei formata artisticamente? 

Chiarè: Io ascolto tutto ciò che mi emoziona. La musica va contestualizzata. Potrebbe piacermi anche un brano neo melodico se, camminando per i Quartieri Spagnoli, vedessi una signora che lo ascolta e lo canta a squarciagola mentre pulisce il suo “Vascio”. Sono cresciuta studiando musica jazz, ma amo la contaminazione, tutto quello che ha a che fare con la competenza, la musica sentita, quella che sembra scontata ma non lo è, quella che non è costruita. Mi piace fare grandi lavori di ricerca. Se dovessi fare dei nomi di artisti, direi: Pat Metheny, Pino Daniele, Joao Bosco, Mac De Marco, Piero Umiliani, Eduardo De Crescenzo, Battisti, Silvia Perez Cruz, Maro, sono i primi che mi vengono in mente. Per quanto riguarda la mia formazione, ho studiato canto jazz e ora sto conseguendo la laurea magistrale in contrabbasso jazz.

"Musica da Bere" ha anche una componente di incontro con il pubblico e con i professionisti dell'industria musicale. Qual è stato il feedback che hai ricevuto che ti ha colpito di più e che ti porterai dietro come artista?

Chiarè: Forse sembrerà una risposta banale ma tutti gli applausi del pubblico, gli abbracci e i riconoscimenti degli altri ragazzi in gara. Per non parlare poi della magnifica proclamazione con la descrizione citata prima.

Come pensi di sfruttare questa opportunità per portare la tua musica a un pubblico più ampio? Hai già dei progetti in cantiere o nuove canzoni su cui stai lavorando?

Chiarè: Grazie alle tre date live vinte, ci sarà molta possibilità di scambio e incontro con altri musicisti. Prossimamente dovrebbe anche partire un tour e, sì, sto scrivendo, ci sono varie idee idee in cantiere.

Qual è il messaggio o l’emozione che speri di trasmettere al pubblico attraverso i tuoi testi e la tua voce, e come ti piacerebbe essere ricordata come artista?

Chiarè: Vorrei che arrivasse la mia sincerità, l’anti-costruzione. Con i testi mi piacerebbe che le persone si riconoscessero. Mi basta questo per essere ricordata.

 

foto di Roberto Cavalli
foto di Roberto Cavalli

 

Come ti sei sentita quando hai scoperto di aver vinto il premio live a Musica da bere?

Kyoto: È stata una grande emozione! Questo premio rappresenta il riconoscimento di tanto lavoro e di un percorso intenso. Mi ha dato una spinta ulteriore a continuare a sperimentare e a portare la mia musica a sempre più persone.

Come descriveresti il tuo stile musicale a chi ancora non ti conosce?

Kyoto: Il mio stile fonde sonorità elettroniche con influenze  post-punk, industrial, ma anche cantautorato, spoken word e musica tradizionale (un grande Calderone magico). Amo giocare con atmosfere profonde, oscure e ritmiche intense, mantenendo sempre una componente melodica che possa catturare chi ascolta.

Quali sono le principali influenze che hanno ispirato la tua musica?

Kyoto: Mi ispiro a molteplici fonti: sicuramente al post-punk e all'elettronica sperimentale, ma anche alla musica che sfida le convenzioni e che crea una forte connessione emotiva. Artisti come Björk, Nine Inch Nails, Aphex Twin, ma anche Gazelle Twin, Fever Ray, Iosonouncane, Paolo Angeli, Verdena, CCCP, etc, che hanno influenzato molto il mio percorso.

C'è un messaggio particolare che speri di trasmettere attraverso le tue canzoni?


Kyoto: Il mio obiettivo è creare uno spazio di esplorazione per chi ascolta, spingerli a trovare qualcosa di personale nei suoni e nelle atmosfere. Se c'è un messaggio, è quello di liberarsi dalle aspettative e di immergersi nell'esperienza, soprattutto per quanto riguarda la parte live del progetto, che per me e il mio socio Truemantic, é molto importante. Liberarsi dai limiti, dalle ansie, dalle paure.. Almeno nel momento di fruizione. 

Puoi raccontarci qualcosa sul tuo processo creativo quando scrivi una nuova canzone?
Kyoto: Inizio spesso con un'idea sonora o una texture. Cerco suoni che catturino uno stato d’animo particolare e poi costruisco su quello. Il testo arriva dopo, quasi a completare l’atmosfera, e tutto si sviluppa in modo organico. È come costruire un puzzle, pezzo dopo pezzo.

Quali sono i tuoi progetti futuri ora che hai vinto questo premio?

Kyoto: questo premio mi dà l’energia per continuare a lavorare al mio progetto e mi spinge a esplorare nuove sonorità. Vorrei portare la mia musica a più persone, continuare a creare senza compromessi. Io e Truemantic stiamo cucinando nuova musica che avrà dei tratti in comune, ma anche dei tratti molto diversi dal nostro primo lavoro. Inoltre ci stiamo preparando per il motico palco di Eurosonic che calcheremo a gennaio. 

C'è un artista o una band con cui sogni di collaborare in futuro?
Kyoto: Mi piacerebbe molto collaborare con artisti che ammiro, come Iosonouncane a livello italiano, mentre a livello di artisti esteri, mi piacerebbe tantissimi Fever Ray. 

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L'articolo Musica da Bere sa sempre come far brillare il talento di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-11-28 16:14:00

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