La playlist perfetta per insultare un ex

Facciamola semplice: certi ex hanno solo bisogno di essere insultati

playlisti di canzoni per insultare l'ex
playlisti di canzoni per insultare l'ex

Certi amori sono un po’ come i peperoni in padella la domenica sera, ti restano sullo stomaco enon ti fanno dormire tutta la notte. Un fastidio che cerchi di anestetizzare invano ma che torna puntualmente per legittimare il tuo disagio latente. Basta poco per risvegliarne i sintomi: vedere una foglia cadere dagli alberi, pronta a ricordarti che ormai l’autunno è arrivato, o la notifica che l’ultimo concerto dei Kraftwerk, visto insieme alla persona di cui è vietato pronunciare il nome, è ora disponibile su Spotify. La reazione è immediata: malessere viscerale e nausea. Un incessabile hangover anche se di vodka questa volta non c’è traccia.

Ci sono amori che ti vanno di traverso e non riesci a digerire fin quando una nuova alba, corredata di fantomatiche farfalle sullo stomaco e sorrisi inebetiti, giunge al tuo capezzale. Ex amori che vanno debellati attraverso sofisticate pratiche ascetiche che comprendono violenza verso oggetti domestici e imprecazioni gratuite nei confronti di terzi a casa, in auto o quando sei sotto la doccia e ti accorgi che il tuo balsamo è finito.
L’imperativo in questi casi è liberarsi di tutti i groppi sullo stomaco diventati ormai un devastante macigno che nemmeno l’erezione del Vesuvio a confronto. Esistono ex che hanno semplicemente bisogno di essere insultati come cura al tuo male di vivere e quando pensi di aver esaurito i termini disponibili non c’è Accademia della Crusca che possa aiutarti, è la musica ad arrivare in tuo soccorso fornendoti inaspettate vie di fuga da non sottovalutare.

 

Lo Stato Sociale - "Mi sono rotto il cazzo"

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Senza mezzi termini. Il “frequentiamoci senza impegno”, le uscite sempre in compagnia, la fase premestruale, i rapporti aperti e il “ciao ti vedo come un amico”. Uno sfogo in crescendo che include il traffico, la critica musicale, le etichette indipendenti, la politica e comunque e sempre lei. Perché, in fin dei conti, la colpa di tutto il malumore resta lei “E se t’incontro finisce male”.

 

Verdena - "Angie"

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L’insulto poetico e sottomesso. L’amore, quello intenso e masochista, che prima, poi e sicuramente, finirà per ucciderti crudelmente, sbranandoti. “Tu mi sparirai alle spalle prima o poi e senza lacrime ti addormenterai” ossia “So che sei una calcolatrice ma te lo dico in modo galante, senza che tu te ne accorga, perché sono uno zerbino e ti lascerò calpestare la mia dignità”.

 

Il Teatro degli Orrori - "Scende la notte" 

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Niente da aggiungere. “Sei tu sempre e solo tu con quell’aria di chi se ne frega e non si fa sentire più”. Tipico delle paturnie amorose. A chi non è mai capitato? Dunque urlare, fino a farsi esplodere le corde vocali mentre in sottofondo una chitarra elettrica funge da motosega.

The Zen Circus - "Ragazza eroina" 

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Il Massacro. Sei una stronza opportunista e ti metto k.o. raccontando al mondo chi sei e cosa fai. Semplice e letale.


Afterhours - "Il sangue di Giuda" 
 

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L’amore tradito. Il più comune dei mali raccontato come in un film splatter. Alla carnefice dalle “cosce in rovina”, bistrattata a dovere, viene fatta una promessa, che forse è più un auspicio: “Quando tornerai io sarò già via”, agognata vendetta di chi è stato poco scaltro nella scelta di un partner solo apparentemente monogamo.

Fine Before You Came - "Natale" 

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Ho fatto tutto per te. Ho addobbato l'albero perché volevi un Natale e tu non te ne sei neanche accorta. E adesso che tutto sembrava finalmente apposto, me ne vado, così impari. 

 

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L'articolo La playlist perfetta per insultare un ex di Chiara Amendola è apparso su Rockit.it il 2015-11-16 16:20:00

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