Riccardo Muti contro i musicisti improvvisati e in difesa del frac

Imbecilli che inventano storiacce infami, libretti stravolti e direttori in borchie e stivali: Muti si toglie qualche sassolino dalla scarpa

- Il direttore d'orchestra Riccardo Muti
17/11/2015 - 16:44 Scritto da Giulia Callino

In occasione dell'inaugurazione al Conservatorio di Milano dell'esposizione permanente dedicata ad Arturo Toscanini, vero e proprio simbolo della Scala, Riccardo Muti ha ricordato con stima il lavoro del grande direttore parmense, senza farsi però mancare alcune pesanti stoccate verso l'ambiente della musica classica attuale.

"Toscanini, diplomato in violino, pianoforte, composizione, ci insegna che bisogna avere una grande formazione musicale prima di alzare il braccio. Una lezione purtroppo dimenticata. Oggi i direttori spuntano come funghi. Quando un cantante non ha più voce, un flautista non ha più fiato, ecco che prende in mano la bacchetta. Eppure la mancanza di preparazione è uno dei grandi problemi dei teatri oggi. Non basta: i cantanti si lamentano di non ricevere più dal direttore le indicazioni necessarie. La prima vera traccia di regia è musicale, mentre ora si affida tutto a qualche imbecille che stravolge il libretto e inventa una storiaccia infame, declassando la musica a colonna sonora".

Anche la preparazione dei cantanti è stata oggetto di discussione da parte di Muti: "Oggi con la musica si corre, allora si scavava. E questo era un tratto distintivo della nostra scuola italiana. Che era grande proprio per la profondità di lettura e l’accuratezza ne dettagli. La vera italianità è questa, non l’approssimazione o il dilettantismo. La musica non ha confini, ma le radici sono fondamentali. Non dobbiamo mai scordarcele".

Dopo essersi occupato dei maggiori problemi di contenuto della musica classica, Muti non ha risparmiato alcuni commenti anche sulla sua forma, schierandosi in aperta difesa del frac: "È vero, ci fa sentire un po’ pinguini ma è la nostra tenuta da lavoro. Ci ricorda che la forma è contenuto e l’abito fa il monaco. Quel frac di Toscanini - questo il pezzo offerto alla mostra da Muti- è importante perché lì dentro ogni sera lui racchiudeva il suo corpo. Quel panno nero, quello sparato bianco, quella fascia che ti stringe la vita e ti impaccia un po’, sono intrisi dal suo sudore, dalla sua passione, dalle sue ire furibonde. Trasmettono emozioni e evocano ricordi. Mai oserei indossarlo... Ma il frac sta sparendo. I nuovi direttori non lo usano più, ormai salgono sul podio in tutti i modi, persino vestiti da pellerossa, con borchie e stivaletti... I tempi sono cambiati, forse il frac è obsoleto. Ma il decoro no. Sia per il maestro sia per il pubblico. Il fatto è che il rispetto reciproco passa anche dal vestito.". 

Potete dare un'occhiata in questo video a parte degli oltre duecento memorabilia esposti presentati dalla critica musicale Carla Maria Casanova, che, insieme a un comitato di privati guidati da Muti, si è occupata di salvarli e di organizzarne l'esposizione.

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L'articolo Riccardo Muti contro i musicisti improvvisati e in difesa del frac di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2015-11-17 16:44:00

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