I servizi di streaming continuano a crescere, facciamo il punto della situazione

L’Italia è l’ottavo paese del modo per il consumo di musica in streaming

- via born2invest.com
16/09/2016 - 12:49 Scritto da Sandro Giorello

Nelle ultime settimane sono uscite molte notizie rispetto all’andamento delle piattaforme di streaming. A inizio mese Apple ha festeggiato il raggiungimento dei 17 milioni di utenti abbonati al suo servizio Music mentre, solo pochi giorni fa, Spotify ha risposto con i 40 milioni di utenti che hanno sottoscritto un account premium e i 100 milioni di utenti totali.

Ieri è uscito anche il consueto report della IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) dedicato al consumo di musica nel 2016 e ci spiega ancora meglio la situazione. Rispetto all’anno precedente, l’utilizzo dei servizi di streaming è ulteriormente aumentato registrando una crescita del 20%. A livello globale rappresenta il 37% di tutto il consumo di musica.

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Se i risultati di Spotify ed Apple sono sicuramente incoraggianti, lo studio mette bene in chiaro che sono poca cosa rispetto al traffico generato dal loro principale competitor: YouTube. Secondo lo studio, l’82% percento dei suoi utenti lo utilizza esclusivamente per l’ascolto musicale. Tenendo presente che YouTube ha un bacino di più di 100 milioni di utenti, significa che esistono più 800 milioni di appassionati che ascoltano le loro canzoni preferite sulla piattaforma.

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Questo ci riporta ad uno dei temi più discussi e più difficili degli ultimi anni, il cosiddetto “value gap”, ovvero l’enorme disparità tra i numeri generati dalla piattaforma e le revenue guadagnate dagli artisti. Sono molti i musicisti che, ogni mese, presentano i loro messaggi di protesta contro il colosso dei video online e, in più occasioni, i portavoce della piattaforma hanno risposto dicendo di aver già pagato più di 3 miliardi di dollari in revenue e hanno ribadito che si tratta di un mezzo ancora giovane, poco remunerativo, e non ancora utilizzato come la radio tradizionale. 

Ecco un grafico che ci spiega quali sono le nazioni dove lo streaming è più diffuso. L’Italia è all’ottavo posto.

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Lo studio della IFPI si chiude con un dato non certo positivo, nel 2016 la pirateria è ancora decisamente in salute: il 35% degli utenti globali di internet utilizzano la rete infrangendo le legge sul diritto d’autore.

 

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