Non c'è gusto in Italia a essere Fik

Per diventare un moderno Freak Antoni, Fik ha fuso musica di strada, jam session e conservatorio per creare il Karneval of Love, ovvero la parata dell'autodeterminazione dei corpi

Fik – foto stampa
Fik – foto stampa

Federico Ficarra è Fik, musicista nato e cresciuto a Padova. "Nella vita mi occupo di musica a quasi trecentosessanta gradi", racconta. "Sono concertista e arrangiatore. Compongo musica e parole, sono artista di strada, insegno privatamente individualmente e in gruppo, e organizzo eventi e jam". Per formarsi si è trasferito a Berlino, dove si è immerso nel mondo della musica di strada e delle jam session, del jazz e dell'autodeterminazione dei corpi arrivando a formare la sua band: Fik y las Flores Molestas (con cui ha appena pubblicato un nuovo disco, Primavera). Dentro ai loro pezzi ci sono jazz e influenze blues, mescolate allo stile freak tipico del fondatore, un moderno Freak Antoni.

Durante la nostra chiacchierata parla soprattutto di un evento, il Karneval of Love. È "una parata che ha come principale contenuto l’autodeterminazione dei corpi, intesa anche come liberata espressione artistica insita universalmente nell’essere umano". Il Karneval of Love è nato in Germania nel 2013 e non è stato facile portarlo in Italia. "Il sindaco leghista Bitonci a Padova subito vietò la manifestazione per le strade. Ma in generale ci furono dubbi anche da parte di associazioni di artisti, associazioni per i migranti e per i diritti delle donne. Pensavano che contenuti antiproibizionisti, corpi bodypaintati e canzoni sulla non-monogamia etica potessero disturbare bambini e famiglie. Così il festival fu fatto passare un po’ di nascosto". Ma il prossimo progetto di Fik è riprendere con le parate del Karneval, "che oggi mi sembra sempre più urgente e attuale". Lo abbiamo incontrato per farci raccontare come convivono una parata freak e una jazz band.

Freak Fik and Co.
Freak Fik and Co.

Qual è stato il tuo percorso accademico?

Ho preso in mano la chitarra classica quando avevo 8 anni e ho studiato con Louis Valencia, un insegnante dell’Ecuador. Al liceo ascoltando Scar Tissue dei RHCP sono passato alla chitarra elettrica e poi al jazz per prepararmi ai test di ingresso del conservatorio jazz a Graz, il più tosto in Europa. Resomi conto di quanto serio fosse (giravano storie eroiche di persone rimaste a studiare 72h di fila, hikikomori musicali) sono andato a Berlino e ho proseguito i miei studi come autodidatta assorbendo tutto quello che potevo, facendo concerti nel locali, come busker per le strade e frequentando gli ambienti delle jam session. Infine, tornato in Italia per operarmi e riprendermi dal PTSD (Post Traumatic Stress Disorder), mi sono diplomato in chitarra jazz al Conservatorio di Padova in particolare col Maestro di chitarra Daniele Santimone e il Maestro di pianoforte Marcello Tonolo. Qui avevo privatamente ottenuto la Licenza di Teoria e Solfeggio e mi ero precedentemente laureato in Tecnico di Sala di Registrazione, un diploma poco pratico e molto teorico dove ho appreso sopratutto informatica musicale, ho studiato pianoforte classico ed Ear Training.

Dove hai conosciuto il resto della band?

La prima formazione della band è stata improvvisata come avviene a volte per gli ensamble jazz, in occasione del concerto tenutosi all’Insomnia Night-Club di Berlino come prima edizione ufficiale del festival Karneval of Love nel 2013.

Successivamente abbiamo continuato a diffondere questa effervescenza in quello e altri Club come il Kit Kat Klub, il Brunnen70, il Kiki Sol, nei parchi e per le strade sempre in formazione di marching band. A queste edizioni del Karneval of Love hanno partecipato tanti musicisti, soprattutto amatori, i principali destinatari del festival. Poi siamo riusciti a portare l'evento anche in Italia. La prima edizione in Italia si svolse all’ex Mame attuale Parco della Musica a Padova, lì conobbi Amedeo Schiavon il batterista del primo nucleo stabile in Italia, come bassista scelsi Alberto ‘Bebo’ Pretto ex collega di studi al conservatorio.

All'EX MAME
All'EX MAME

Come definireste la vostra musica? 

La musica che compongo e che poi arrangiamo, suoniamo dal vivo e registriamo in studio è difficile da definire, i generi di riferimento sono troppi: jazz, swing, blues, funky, grunge, samba, pop, rock, hard rock, metal, surf, rock’n’roll, discomusic, ambient, cinematica, minimal, jungle, reggae, dubstep…ultimamente sono ispirato dal rap e dall’hip hop. Difficile da targettizzare e brandizzare! A me piace definirla hard jazz hip pop fusion!

Di cosa parla Primavera?

Il mio ultimo lavoro è nato sopratutto dall’esigenza di esprimere e sublimare un dolore che non trovava espressione se non nella musica. Ci sono vari rimandi autobiografici come avviene nella musica blues (quella a cui sono più legato) o nel rap. Ma anche molti temi che riguardano l’antirazzismo, l’antifascismo, la giustizia sociale, l’antiabilismo, l’ecologia, l’antinazionalismo, antimilitarismo e il pacifismo.

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Oltre al Karneval of Love come sono i tuoi concerti?

Ho un paio di aneddoti da raccontare in particolare. Ricordo un locale di Berlino, non un Club né un Night-Club, un semplice locale di Wedding dove stavo cantando voce e chitarra le canzoni di Pissin’around accompagnato dal collega sassofonista Milo Lombardi. A un certo punto la gente iniziò a spogliarsi come nella canzone Gianna di Rino Gaetano, un’amica ballerina salì sopra un tavolo danzando e facendo roteare il reggiseno: si scatenò il panico, molte persone si spogliarono in mutande e partí spontaneamente una parata sù e giù per i due piani del locale.

La stessa cosa accadde a un mio concerto solista a Padova. Spontaneamente partì una parata con parrucche e sombreri messicani mentre cantavo Besame Mucho in giro per il locale in stile mariacho, con una tappa perfino dentro il bagno. Il pubblico mi aveva invitato più volte a togliermi la maglietta cosa che feci senza esitare. D'altronde faceva caldo.

A Berlino il gestore del locale prese parte alla parata entusiasta, a Padova non suonai più in quel locale.

Progetti futuri?

Comporre e incidere nuova musica, nuove canzoni anche in inglese e spagnolo, registrare classici della musica blues, rock e jazz in concerti dal vivo, riprendere in mano antiche composizioni per sola chitarra del liceo e trarne un album. Vorrei riprendere lo studio della musica classica e altre letture per pianoforte e  dare il via a una jam session Free (senza cover o paletti stilistici) a Padova e dintorni. Sopratutto desidero riprendere a organizzare le parate del festival Karneval of Love che oggi mi sembra sempre più urgente e attuale. Al momento sto arrangiando la sezione fiati per una piccola parata a un matrimonio freak che sarà molto particolare.

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L'articolo Non c'è gusto in Italia a essere Fik di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-04-28 17:21:00

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