9 Eponymous 2009 -

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Etichetta danese per un artista italiano ormai berlinese d'adozione. 9, al secolo Marco Brosolo, sbarca nella terra d'origine con un album d'esordio dai labili confini di genere, ricco di sostanza e provocazioni. Una volta colto il richiamo ai REM (che si sottende nel titolo omonimo della loro prima compilation) tutto ciò che vien fuori, traccia dopo traccia, è una piacevole sorpresa. L'inglese si fonde all'italiano e grazie a preziose collaborazioni la sua canzone d'autore viaggia tra esplorazioni indietroniche per raggiungere sonorità più classicamente anglosassoni. Il filo conduttore è l'uso non invadente di un elettronica che crea continuità, a dispetto dello smarrimento iniziale di fronte ad un album tanto eterogeneo. Ma affascinante. Trovare dei veri riferimenti è complicato, 9 è versatile, mobile, come in un flash appare il lancio delle torte in faccia dei Travis, ma subito dopo il pensiero ti porta ai Postal Service. Si diverte con il theremin e nei suoi continui giochi vocali ricorda Damon Albarn, in fase Gorillaz.

Ogni ascolto scopre un piccolo dettaglio, e così la voce femminile di Julia Erdmann in "Sogni" disegna volutamente un ambiente onirico che arriva all'apice nel trasporto del virtuosismo vocale di Yvonne Motzku, cantante d'opera che si concede nel brano di chiusura, "Day by day".

Un'ultima nota, per stuzzicare un poco la curiosità non solo musicale. Conoscete Pierre Riviere? È il protagonista di una macabra ma attuale vicenda ottocentesca, raccontata a parole da Foucault. 9 ci mette la musica con un pezzo originale, melodico e orecchiabile all'apparenza ma stridente nel cuore. Cercate, leggete e capirete. E ovviamente ascoltate.

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La recensione Eponymous di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-03-09 00:00:00

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