Yawn U.S. 2000 - Rock, Pop, Noise

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Terzo demo per Yawn, progetto solitario del multistrumentista Federico Moi. Dieci pezzi scritti, cantati, suonati e registrati in totale autonomia, con la lingua inglese ed un approccio estremizzato verso il lo-fi a farla da padroni.

Le linee melodiche sono semplici ma accattivanti, la voce é sistematicamente filtrata in maniera pesante, le tastiere evitano oppurtunamente tentazioni di onnipresenza, basso e chitarre sono quasi sempre distorti in maniera decisa: tutto maltrattato, ma i (radi) passaggi immuni a questa lavorazione testimoniano una precisa scelta in questa direzione, a smentire la prima impressione che tenderebbe ad addossare le colpe ad una incisione orrenda; restano relativamente pulite soprattutto le tracce percussive, sia che si tratti di batteria reale sia che il pezzo sia montato su programmazioni spesso allegre e "leggere", a tratti quasi da videogiochi datati, e il risultato complessivo é indubbiamente gradevole: la mezz'ora di "U.S." trascorre bene, con rimandi più o meno espliciti ad esperienze musicali anche piuttosto diverse (così come le influenze citate, per le quali Yawn passa con disinvoltura da Dinosaur Jr. ai Pixies, da My Bloody Valentine ai Pavement) amalgamate comunque in maniera personale: si possono forzare differenze ("Moving" e "The hard life" emergono come le più asciutte, mentre "Where's the lie", "Kiss my skull" e "Every single day" sono piu' sporche, "Save me" ha geni riconoscibili del classico pop britannico, etc...), ma le caratteristiche comuni dei pezzi sono nitide, riconoscibili e ben gestite.

Qualche critica é legittima: l'abuso del semi-falsetto alla lunga risulta fastidioso, i testi non sono riportati e apprezzarli nel cantato, a volte assolutamente inintellegibile, è impresa improponibile; ancora, forse appesantire e/o elaborare maggiormente la componente ritmica in (almeno) alcuni passaggi avrebbe dato più tono alle varie tracce.

Il giudizio resta comunque positivo: non dovrebbe essere impossibile riuscire a spacciare gli episodi migliori come "Every single day", "Love attack! " o la title track come singoli registrati con un walkman al un concerto di un gruppo di grido, a testimonianza della buona presa, anche immediata, di questo lavoro: che poi Yawn abbia deciso di plasmare la sua vena pop in questa atipica forma deviante non può che andare a suo credito.

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La recensione U.S. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-02-27 00:00:00

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