Marina Rei
Musa 2009 - Cantautoriale

Musa

Questo disco non sarebbe per nulla male se. Il nuovo album di Marina Rei è ricco e pieno di stimoli. Basta ascoltare alcuni brani del disco, il pop tranquillo e tranquillizzante di "Buona vita", la cover accorata de "Il mare verticale" di Paolo Benvegnù e la sperimentazione vocale e testuale del semi-recitato "Donna che parla in fretta". "Musa" è un disco suonato e cantato molto bene, frutto di un lavoro attento a ogni dettaglio e sfumatura. Quindi questo disco non sarebbe davvero per nulla male se... se non esistesse un'artista chiamata Carmen Consoli. Troppe, troppe volte nell'ascolto appare lo spettro della cantantessa. Nei testi, nelle linee vocali, nel modo di porgere le parole. L'esempio più evidente è "Il rovescio della cura" interamente costruito come un brano della cantautrice catanese, con tanto di ritornello-dialogo in cui viene direttamente interpellato un interlocutore. Di fatto, la criticità del disco sta tutta qui, nell'essere bloccato in una somiglianza invadente che finisce per azzoppare le velleità autorali dell'intero progetto. Si trattasse dell'album di un'esordiente, si potrebbe soprassedere, auspicando una futura maggiore personalità. "Musa" è invece il settimo album in studio di Marino Rei e arriva a quattro anni dal precedente disco di inediti. Ci si aspettava qualcosa di grosso, ci si trova invece tra le mani qualcosa di raffinato e ben rifinito, ma con un grande difetto di personalità.

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