Marina Rei Musa 2009 - Cantautoriale

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Questo disco non sarebbe per nulla male se. Il nuovo album di Marina Rei è ricco e pieno di stimoli. Basta ascoltare alcuni brani del disco, il pop tranquillo e tranquillizzante di "Buona vita", la cover accorata de "Il mare verticale" di Paolo Benvegnù e la sperimentazione vocale e testuale del semi-recitato "Donna che parla in fretta". "Musa" è un disco suonato e cantato molto bene, frutto di un lavoro attento a ogni dettaglio e sfumatura. Quindi questo disco non sarebbe davvero per nulla male se... se non esistesse un'artista chiamata Carmen Consoli. Troppe, troppe volte nell'ascolto appare lo spettro della cantantessa. Nei testi, nelle linee vocali, nel modo di porgere le parole. L'esempio più evidente è "Il rovescio della cura" interamente costruito come un brano della cantautrice catanese, con tanto di ritornello-dialogo in cui viene direttamente interpellato un interlocutore. Di fatto, la criticità del disco sta tutta qui, nell'essere bloccato in una somiglianza invadente che finisce per azzoppare le velleità autorali dell'intero progetto. Si trattasse dell'album di un'esordiente, si potrebbe soprassedere, auspicando una futura maggiore personalità. "Musa" è invece il settimo album in studio di Marino Rei e arriva a quattro anni dal precedente disco di inediti. Ci si aspettava qualcosa di grosso, ci si trova invece tra le mani qualcosa di raffinato e ben rifinito, ma con un grande difetto di personalità.

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La recensione Musa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-11-06 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • fekkia 15 anni fa Rispondi

    Mah. Posso capire, ma non condivido. Credo che questo sia un ottimo disco, e abbia una sua vita indipendente. Se si ascolta tutto alla luce del paragone, si crea un pregiudizio, ci si toglie il piacere di cogliere le sorprese e le novità.

    Per esempio il fatto che "Musa" (qui intendo il brano, non il disco) è un gioiellino pop che MAGARI passasse in radio più roba così. Oppure che "Donna che parla in fretta" è stato il momento più sconvolgente dell'ultimo Primo Maggio.

    E non ci si accorge della delicatezza di certi testi (Traccia 2, 10 e soprattutto 9) lontani chilometri dalla difficoltà e dall'asprezza tipiche della Carmen nazionale (che peraltro, in uno di quei 3 pezzi, suona la chitarra, come a benedire l'unione).

    Poi, per giustezza, diciamo pure che questo disco è MOOOLTO elettrico, e Carmen Consoli non suona su un cd la sua Fender rosa da almeno due dischi e mezzo. Quindi la somiglianza, se c'è, non è attuale. Quindi, per me, che vivo in un tempo solo, non conta.

    Il tutto, a titolo totalmente personale. :)


    (Messaggio editato da fekkia il 08/11/2009 23:38:08)