Rollercoaster High society 2001 - Rock, Psichedelia

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Racchiuso in un’eccitante confezione digipack, il primo album dei sardo-emiliani Rollercoaster è di certo una delle migliori produzioni di questo primo scorcio del 2001. In realtà, ascoltando “High society”, non si direbbe proprio che il terzo millennio sia già iniziato da un pezzo, in quanto i suoni contenuti all’interno di questo cd sembrano provenire direttamente da un’altra epoca, quando la musica di gruppi come Velvet Underground e Stooges imperversava nelle radio e nelle sale d’Oltreoceano. Non a caso il trio formato da Matteo Perra, Luca Mancosu e Salvatore Contu riesce a sintetizzare al meglio quelle atmosfere, persino nella (splendida) copertina in cui si intravede un panorama al tramonto di Detroit.

Chitarre taglienti, acid(ul)e e psichedeliche si fondono con ritmiche seventies, sostenute in alcune occasioni da sezioni fiati ‘caldissime’, per dar vita ad un suono di stampo dichiaratamente ‘garage’, ma con un gusto sopraffino. L’uno-due iniziale è da knock out: “All these nights” e “The music saves” riporta in vita i fantasmi stoogesiani, come anche “Nosebleeding”, mentre gli episodi intitolati “Orgy”, “On a kundalini’s chair” e “Such a spy in our mind” rimangono sospesi tra il Lou Reed solista (e non) e alcuni passaggi di marca Television.

In tutto questo bailamme, la cifra stilistica rimane quella dei Rollercoaster, band che oggi merita non solo i consensi entusiastici della stampa ma anche quella di ogni singolo appassionato di rock. Fate vostro “High society” e state sicuri che non faticherete ad entusiasmarvi, qualunque genere e/o stile preferiate: questa è buona musica, comunque…

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La recensione High society di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-03-23 00:00:00

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