Neo [Lazio] Water resistance 2009 - Sperimentale, Jazz

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Dopo anni di registrazioni, concerti, collaborazioni e dischi, i laziali Neo approdano dunque all'etichetta Megasound per quella che mi sembra la loro uscita più matura e professionale. Partiti da uno stile che coniugava rock, jazz e avanguardia, nella scia del maestro John Zorn e dei suoi Naked City, i Neo ritornano, con "Water Resistance", ad una dimensione quasi esclusivamente jazz, per quanto le sonorità secche o aspre ne facciano un gruppo apprezzabile anche (o soprattutto) da un pubblico rock.

Molti li accostano agli Zu, ma a mio parere l'accostamento calza fino a un certo punto. Entrambi hanno una formazione simile, entrambi vengono dal Lazio, ma l'approccio è sicuramente diverso. Più cupo e radicale quello degli Zu, più solare e ortodosso quello dei Neo. Per non parlare dell'improvvisazione, tanto assente nei Neo quanto fondamentale negli Zu.

In ogni caso basta ascoltare il brano d'apertura "Ooh No!" per accorgersi che i Neo di energia e grinta ne hanno da vendere e quello che sorprende è il modo in cui riescono a convogliarle in una serie di fraseggi complessi suonati con perizia, velocità e, spesso, addirittura all'unisono. Si ascolti ad esempio anche "Medieval Tune", un brano che procede con scatti isterici e un andamento nervoso se non addirittura epilettico. Oppure "Delirio Tremenz", che alterna passaggi a tutta velocità ad altri quasi onirici (e il titolo è del tutto azzeccato).

C'è spazio anche per brani più lineari, ad esempio "Opus Reticulatum" o "Iperprofessional", in cui al centro della composizione ci sono temi melodici decisamente orecchiabili. L'elemento rock emerge con forza nella sua accezione math con "The Proliferator", a mio parere uno degli episodi migliori del disco, in perfetto equilibrio tra melodia e rumore, tra jazz e rock e tra strutture e variazioni.

La seconda parte del disco procede invece spedita attraverso pezzi per lo più veloci che citano numerosi protagonisti della tradizione jazz, davvero troppi da citare in dettaglio. E non sono neppure sicuro che qualche nome altisonante aggiunga valore a un disco che sa farsi valere ed ascoltare autonomamente. Mi limito quindi a consigliare l'ascolto, sia che vi piaccia il jazz sia che vi piaccia il rock, sia, naturalmente, entrambi.

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La recensione Water resistance di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-12-03 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • bahiaman 15 anni fa Rispondi

    Ooh Si!!
    Non sapete che piacere, nel leggere ..
    E mo cerchiamo pure di sentirvi suonà....
    .. ciao ragazzi ... complimenti
    fabio