Damien*
Crippled Cute 2009 - Indie

Crippled Cute

Si potrebbe cominciare a menarla con la solita (legittima) storia: questo suono british uniformato e spalmato sulle nostre orecchie come nutella sul pane forse non ha più niente da dire. Iniziamo dall'essenziale, quindi: i Damien* sono tre ragazzi di Pesaro che suonano un rock irruento e imbronciato, girano video fighissimi nelle case delle nonne e dietro i nervosismi di basso e batteria nascondono chili di poesia.

"Crippled Cute" arriva allora con questa sua copertina montagnosa e interstellare a rinfrescarci la pelle e a confonderci le idee, perché agita un cocktail talmente incasinato di post punk, britpop, new wave e rocknroll che alla fine non capisci più che ingredienti ci sono, ti fidi e bevi ad occhi chiusi (e poi balli): si strizzano gli occhi con l'asprezza di "Unaware Unaware", si schiocca la lingua con il sapore diretto di "Softcore" e quando arriva "Confidants" sei già ginocchia a terra e non riesci più ad opporre resistenza, nemmeno di fronte ad un ritornello così melodico e romantico, sepolto sotto le chitarre a fare muro contro i ricordi.

Insomma, la produzione di Bruno Germano dei Settlefish conta, così come conta il fatto che dopo cinque (!) album oramai si è smesso di giocare ad imitare i Franz Ferdinand e si è iniziato a dare un sapore preciso ai propri giri di basso, a pulirli e curarli come fossero figli. Forse è per questo che le canzoni dei Damien* sono quel tipo di pezzi da dancefloor da ballare nell'unico momento della serata in cui ti senti triste, ma che nonostante tutto rimangono incredibilmente godibili e divertenti, con un ritmo sempre tirato e un portamento elegante a sostenere sudore e inevitabili slabbrature. Sarà quindi pure un suono troppo familiare e appiccicoso quanto la nutella, ma -non so voi- a me certe dolcezze non stancano mai.

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