Brown and the leaves
Landscapes 2009 -

Landscapes

Quando si parla di certo tipo di musica, sarebbe bello non tirare di mezzo subito le stagioni, la campagna e i caminetti a riscaldare; c'è molto di più dietro certe canzoni ed è un peccato star a rimarcare i cambiamenti climatici dietro gli accenti e gli arrangiamenti. Ma tant'è: Brown and the Leaves l'autunno ce l'ha nel nome, le campagne nella copertina, i caminetti che riscaldano nella voce. Viene dalla Carnia, regione nascosta tra le prealpi friulane, e sembra che non abbia fatto altro tutta la vita.

Le undici composizioni del suo "Landscapes" sono finestrelle graziose e perfettamente rifinite che dànno su una valle di chitarre e leggere percussioni, voci carezzevoli e in sordina, ordine e tranquillità. Si parla la lingua dei Kings of Convenience insomma, ci sono le dolcezze che Raina a volte si concede negli Amor Fou ("It Has Got To Be" parla italiano anche con parole inglesi) e ci sono paesaggi nebbiosi e atmosfere intimiste, risvegli, attimi di silenzio, frammenti, movimenti accennati: quasi una collezione di canzoni fatte di fermo immagine e giochi di luce. Gli arrangiamenti abbracciano il corpo di voce e chitarra come fossero un piumone, il violoncello segna a carboncino linee irregolari sulle gambe, la tromba spettina i capelli, il glockenspiel strizza l'occhio e così via di solletici e carezze, venticelli e sussurri.

Se è vero che con queste sfumature di folk si rischia sempre di adagiarsi sulla solita e affollatissima sponda, quella che -per capirci- quasi mai riesce a caratterizzarsi per originalità e particolare radicamento culturale, è vero anche che Brown and the Leaves sembra aver trovato da subito il suo posticino al sole dove poter crescere e mettere le radici per fiorire di delicatissime primavere. Non resta che aspettare il prossimo autunno allora, quando questi "Landscapes" saranno di nuovo coperti di foglie.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.