Miavagadilania
Il mare ci salirà negli occhi 2010 -

Il mare ci salirà negli occhi

Lo schianto adolescenziale con i Marlene Kuntz ha lasciato tracce indelebili, che si riconoscono anche nel più piccolo sibilo di chitarra. Dieci ondate di note intense e dolorose, fin troppo angoscianti almeno nella prima lunga ed estenuante parte (vedi l'iniziale "Scintille"). Il mare protagonista dei testi è in perenne burrasca per la quasi totalità della durata del disco, salvo qualche momento di tregua in cui si recupera l'affanno. I suoni restano sempre in tensione e l'animo fragile e scolorito. L'eccessivo tormento paralizza qualsiasi possibilità di poterne parlare meglio. "Notte illune" e "Fili rossi" allentano la presa oppressiva per indirizzare verso melodie cullanti che chiamano in causa Afterhours e qua e là Giardini di Mirò e Moltheni. La sensazione è che quando si spinge troppo su sonorità più cupe il contraccolpo è così pesante da svilire anche il resto. Sarebbe meglio divagare di più per risalire dall'oscurità.

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