The Strange Flowers Vagina Mother 2009 -

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The Strange Flowers sono una band pisana con una nutrita serie di esperienze alle spalle - avendo lambito importanti lidi come il Beat-O-Mania Festival di Monaco nell'ormai lontano '94, a dirne una -, per una carriera che data il suo inizio al 1987, anno di fondazione.

La cosa certa è che ascoltare un loro disco equivale a compiere un tuffo nel passato, o a un battesimo vintage rivelativo di un percorso tra passione purista e in concussione con le contingenze di mercato.

Tutto un immaginario lisergico permea i solchi di "Vagina Mother", tanto nello stile quanto nei contenuti, con un trentennio di garage alle spalle. L'intro fuzzy percussivo di "A Welcoming Mandala", che potrebbe ricordare certe divagazioni orientali dei mai troppo compianti Jane's Addiction, è il prodromo a "Blue Mothers", prima traccia del disco, dove una lead guitar ripercorre sentieri dark wave già battuti in passato da gruppi come The Cult - quando erano ancora Southern Death. In "Powder Tears" trova nuova linfa il pop albionico, puro e senza fronzoli, a ricordare gente come La's, bei tempi in cui un refrain poteva incidere indelebilmente nella coscienza dell'ascoltatore. Incontriamo un ideale connubio di alternative rockers, tra Inspiral Carpets, Barbie Bones e Stone Roses, nella bella "The Followers Of Fame", quinta traccia e tra gli highlights del disco.

Come naturale contrappeso a chitarre in fiamme e cori graffianti, è situata quasi a metà del lavoro la sesta canzone, "September", dolce ballata indie wave, che ci avvicina agli anni 90 di gruppi come Temple of the Dog e Grant Lee Buffalo. Ecco di nuovo il garage stoner di "A Rose In Your Mouth", quattro minuti in cui rinverdire l'energia sixties degli Steppenwolf, grandi spazi e motori rombanti, dunque. L'agrodolce "Angela's Disease" ci proietta nel sempiterno immaginario degli Stones - ma non è difficile trovare un gancio con un gruppo revival degli anni 80 a nome Hanoi Rocks.

Come suggerisce la copertina di "Vagina Mother" - in cui un uovo è in procinto di essere fecondato, ci troviamo di fronte ad un compendio di ereditarietà multifattoriale. È la storia biologica a ripetere se stessa, senza orpelli né impossibili utopie di originalità, ma nell'energia eternamente nuova e vibrante della schiusa.

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La recensione Vagina Mother di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-16 00:00:00

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