Liquid Clock Sense of self 2010 - Strumentale, Funk, Nu jazz

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In barba a tutte le correnti del jazz contemporaneo (dal -core al -nu, passando per il -tronic) arriva da Lodi una formazione a quattro di jazz strumentale legato a certi anni 70 e 80, i Liquid Clock. Da simile nome pittorico non ci si può che aspettare una musica colorata ed evocativa, e infatti dal disco d'esordio, "Sense Of Self" - autoprodotto e sotto licenza creative commons - vengono richiamate alla mente una serie di creazioni sonore figurative ed esteticamente raffinate; brani di svariati minuti con al loro interno numerosi risvolti tematici, senza virtuosismi tecnici o egoistici assoli propri di tanti giovani jazzisti in cerca di notorietà. La musica dei Liquid Clock spazia principalmente fra funk e fusion alla Spyro Gyra ("Equilibrium Lost", "South American Waves"), con un gusto tutto particolare per le melodie e le strutture ben articolate che tradiscono una passione per Frank Zappa ("Sgwish", "Saint Cape"); ma i quattro sanno anche differenziarsi nel jazz-rock ora più brioso e funky alla Red Hot Chili Pepper dei bei tempi ("The Thinkin' Brodge"), ora più cupo e denso dove sfiorano il carattere dei Morphine ("Twix Pean"), fino a momenti più duri ed intensi prossimi ai Living Colour ("On a rope").

Lontani ancora dall'essere un progetto maturo o competitivo, i Liquid Clock dimostrano comunque abilità e ispirazione che li rendono interessanti e gradevoli, sia per gli amanti del genere, sia per chi del jazz non mastica neanche l'abc e ha bisogno di imparare.

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La recensione Sense of self di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-05-12 00:00:00

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