Simone Agostini Green 2009 - Strumentale

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Solo il verde di un'immensa distesa d'erba e la sensazione di non aver bisogno d'altro. La macchina la lasciamo nel garage, la tv è spenta e il telefono staccato, e questo insolito sound arriva per farci dimenticare di tutto, per chiudere fuori la città e farci godere attimi di indiscussa serenità.

Una chitarra pura e precisa racconta di cose semplici, non le servono le parole, la passione passa lo stesso e percorre il filo sottile che separa la frenesia quotidiana dalla pace ritrovata. L'arpeggio evoca mondi mentali che nemmeno un grande romanziere sarebbe in grado di dire con tanta precisione. E così sulle note di "The village of gnomes" si costruisce un universo fiabesco tra piccole fate ed elfi burloni, l'effetto ritmico di "A25" fa pensare allo scorrere veloce di un'autostrada sotto il sole cocente, "Dialogues" sperimenta un gemellaggio tra ritmi latini e orientali. E se la chitarra non dovesse bastare, viola e piano possono dare il loro contributo velato, con la varietà delle loro timbriche personali ma riservate, mai invadenti. Nasce così "Childhood memories", da cui farsi catturare in un momento con la sensazione di conoscerlo da sempre.

Come sottofondo musicale a racconti o interviste, reading o documentari sarebbe la scelta perfetta. Sarà raro, forse impossibile, sentirlo passare in radio: la filosofia dell'album, i brani stessi, purtroppo stanno al di fuori delle logiche del marketing. Purtroppo per il marketing, ovviamente. Noi il suo talento l'abbiamo scoperto.

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La recensione Green di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-02-16 00:00:00

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