Les Petits Enfants Terriblez (LPETZ) EP2010 2010 - Rock, Elettronica, Post-Rock

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Pubblicare un ep di sole 4 tracce dopo un bel disco d'esordio é - visti i tempi di sovraproduzione, non solo in ambito discografico - una scelta da applaudire ed elogiare. I Les Petits Enfants Terriblez dimostrano infatti di avere una buona dose di autocoscienza e si concentrano su una manciata di canzoni che ridefiniscono in parte le coordinate della loro evoluzione artistica.

Mantengono il debole per l'elettronica, ma non declinano la materia seguendo esclusivamente questo criterio. C'é insomma la voglia di sperimentare intorno ad una "forma-canzone" che il gruppo bresciano cerca di modellare a propria immagine e somiglianza. Così, mentre l'apertura affidata a il "Guastafeste" ricorda molto da vicino le sonorità che tanto care furono ai Deasonika (con un bel cantato a tratti in falsetto e un passaggio strumentale che sembra manipolato per l'occasione da Max Zanotti), la successiva "Beirut", con quella sua atmosfera dark anche nelle liriche ("Confronto armato fra le collettività"), avrebbe il suo produttore ideale in Trent Reznor.

Poi, inaspettamente, si cambia passo: in "Milano, ore 3:17" si avvicinano agli Afterhours di "Quello che non c'é", mentre con la conclusiva "A morte" una facile associazione li accosterebbe ai Bluvertigo.

Insomma, solo 4 canzoni ma tutte degne di nota perché dimostrano che la voglia di sperimentare degli LPETZ sia ancora alla base della loro scrittura. Avanti così!

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La recensione EP2010 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-08-25 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • lpetz 14 anni fa Rispondi

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