Chewingum Eppi n.1 -Il disco si posò- 2010 - Psichedelia, Pop, Twee

Eppi n.1 -Il disco si posò- precedente precedente

I Chewingum sono una di quelle band che o ti piacciono così come sono o non ce n'è per nessuno. Non scendono a compromessi, se ne infischiano delle mode e dei mercati perché tutto quel che voglion fare è suonare le loro canzoni così, e basta, tanto che se non facessero uscire dalle chitarre un suono così allegro e gioviale mi verrebbe da dire che sono punk come pochi altri in Italia. E quindi rieccoli qui, a tre anni dall'uscita del frizzante "La seconda cosa da andare" con un grappolo di Ep che usciranno in free download a distanza di qualche mese: il primo si chiama "Il disco si posò" e contiene sei tracce caleidoscopiche che ammucchiano in poco più di venti minuti una quantità impressionante e variegata di immagini, suoni, colori, parole, opere e omissioni. Prima di tutto, il reggae entrato prepotentemente nelle composizioni dei tre di Senigallia (e di parecchi altri, quest'anno), il tropicalismo e il Brasile, i ritmi sempre più tirati assieme alla rinomata allegria del trio fanno di questo piccolo oggettino la cosa più strabordante ed esaltante da ascoltare quest'estate, proprio nel momento in cui sarete già sbronzissimi per ricordarvi che disco avevate messo su (per risparmiare tempo ve lo dico io, quel pezzo fighissimo si chiamava "Baby au Tropicalia"). Senza andare così avanti con le stagioni però, anche nell'uscita marzolina si trovano gli estremi di una creativa schizofrenia che offre, nell'ordine, valzer lievissimi di drum machines ("Questo tipo di felicità"), ironici quadretti sulla società e la politica italiana, dove l'unica cosa rimasta da urlare è SAYONARA! ("Veronica VS Veronica, meglio un pugno della politica italiana"), adorabili ballate e deliranti fantasie casalinghe. C'è di tutto, testi arguti e al tempo divertenti, pop italiano, c'è anche il tappetino di suoni elettrici e plasticosi che lasciano ancora una volta un po' perplessi e che fanno pensare a quanto luccicherebbe tutto ciò se ci fossero i soldi e la pazienza per qualcosa di più ricercato e meno giocattoloso. Ma soprattutto, mai come adesso viene a galla un finissimo talento nella composizione che ha cominciato a sbocciare davvero solo ora: aspettiamo con ansia la primavera.

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La recensione Eppi n.1 -Il disco si posò- di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-03-17 00:00:00

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