Crookers
Tons Of Friends 2010 - Electro

Tons Of Friends

Raggiunta la vetta major, Phra e Bot arrivano a confezionare un'opera al passo coi tempi, eccitante, ricchissima, per dancefloor ma non solo

Dopo i fratelli Bloody Beetroots ecco arrivare Phra e Bot col loro opus maximum. E anche loro fanno centro, con tutti i distinguo del caso e le distanze necessarie. Il discorso di Bob Rifo è, diciamo, politico. Lui viene dal punk e c'ha quelle idee in testa: l'anarchia, l'urlare, il tupa tupa, le distorsioni, i proclami, l'aura mitica del suo corpus Rifus. Quello dei Crookers è di tutt'altra pasta. Raggiunta la vetta major e attorniatisi, grazie a tour su tour e remix su remix (dobbiamo ricordarveli?), di amici di ogni tipo e risma (non si è mai visto un tale parterre di star in un disco made in Italy!), arrivano a confezionare un'opera al passo coi tempi, eccitante, ricchissima, per dancefloor ma non solo, che si discosta di gran lunga da altre opere del genere (gli esordi di Digitalism, Justice, Vitalic, Boys Noize) per avvicinarsi solo ad alcune eccezioni (gli esordi di Tiga, Major Lazer, Dizzee Rascal). "Tons of Friends" è infatti il seguito ideale di "Gunz don't kill people, lazers do!" che copula con la raffinatezza produttiva e l'orecchio pop di un "Sexor" o un "Ciao!".

Il bello è che all'interno, oltre a star come Will I. Am, Kelis, Soulwax, (una scatenata) Roisin Murphy, Kid Cudi (come poteva mancare), Miike Snow, Yelle, Tim Burgess (sì, quello dei Charlatans) e gli stessi Major Lazer, Phra e Bot portano all'onore internazionale uno dei migliori e più originali Mc e produttori italiani contemporanei: Dargen D'Amico (la cosa più sana uscita dalla Dogo Gang, ammettiamolo), oltre ad avere l'onore di fare intro e outro della versione italiana (batte Fabri Fibra e Samuel, le altre due guest nostrane del disco), è l'unico artista che rappresenta l'Italia all'estero in "Tons of Friends".

E non è il becerume italiota del pop, ma è l'underground (d'ora in avanti un po' meno… quindi tutti a rispolverare "Musica Senza Musicisti" e la bibbia "Di Vizi Di Forma Virtù"), che brilla di luce propria accanto a The Very Best e Marina Ribatski dei Bonde do Role in "Birthday Bash". E il resto è un turbine che parte alla grande con la copula di Mixhell e Soulwax nell'iniziale "We Love Animals" (in mezzo voglio citare un pezzo bomba, che però trovate solo in digitale, come "Hip Hop Changed" con Rye Rye) e finisce con un Kid Cudi che prima scherza con un a cappella di "Day N Nite" e poi si scioglie in "Embrace The Martian", un sincopato rapping che vira in ritornello saturo di soul pop. In mezzo di tutto, ma un tutto che non stanca dall'inizio alla fine, un tutto fatto di canzoni, prima che di pezzi killer per il dancefloor. Prossimo passo? Lady Gaga o un Dizzee Rascal potrebbero essere interessati secondo me…

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