Ammazzare gli orsi polari non è un'attività che attribuiresti a dei rockers siciliani. Eppure, questo "Killing Polar Bears", terzo album dei catanesi Clerville uscito per Red Birds e Seahorse Recordings, ha delle grandi qualità artistiche ed offre degli spunti musicali molto interessanti.
Il loro stile unisce il rock e l'elettronica in un fecondo incrocio d'ispirazioni che vanno dai Mogwai ai Mars Volta, dai Radiohead ai Primal Scream, passando per un'infinità d'altri lidi. Le canzoni non risultano mai banali: i suoni sono sempre molto curati ed originali, l'approccio è esclusivamente strumentale. Certo, l'anima spiccatamente sperimentale del gruppo penalizza la digeribilità dei pezzi: alcuni brani, come "Telkens Weer" o "Bubble Grass", risultano informi, sfilacciati, difficili da ricordare ed interiorizzare. Ma queste pecche sono compensate a sufficienza dai buoni risultati ottenuti in altri casi, in primis nell'atmosferico ed evocativo "Killing Polar Bears", e poi nella bellissima suite finale "Gli anni '70 sono finiti da un pezzo" che – nonostante il titolo provocatorio – sembra rispolverare, e con successo, una certa attitudine psichedelica e progressive del rock di quegli anni, arricchendola però con un piglio hard e doom tutto figlio dei nostri tempi.
Energia, visioni, trasporto: sono queste le cifre più caratteristiche dei Clerville. E anche se le sei tracce di questo disco alternano momenti più godibili a momenti meno intensi, rendiamo comunque onore alla sperimentazione ed alla novità che questo gruppo porta sulla scena del rock nostrano, e gli auguriamo di continuare su questa strada con successo.
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