Death Mantra for Lazarus
MU 2010 - Post-Rock

MU

Disco nero per questi abruzzesi adusi, sin dall'evidenza della cover, al lato in ombra delle cose, nonchè alle funzionali lungaggini di una black wave sempre, seppur con alterne fortune, in voga.

Licenziato dalla Grammofono alla Nitro, "Mu" è un disco asciutto, in cui medium e messaggio si confondono, e dove la dichiarata assenza di luce finisce col sottolineare scorci di ariose fughe ad alte sfere, nella pura libertà espressiva.

Nell'opener "Atlantide" un mantra recitativo col registro di un M. Gira illuminato da oriente, finisce nel groviglio post fatto di arpeggi e ritmiche tribali, e un violino ispirato (suonato da Federica Vignoni) che contrappunta malinconico; gli oltre sette minuti di "Mu" ci ricordano i Rachel's e il loro rock da camera - dilatazione onirica, Romanticismo ottocentesco e improvvisazione post-rock che ne consegue. "Opinion is not Math" ammicca ironica proprio con la sua struttura math, 7/8 d'ordinanza e tutto il resto, ed ecco i Don Caballero e uno Steve Albini affetto da inguaribile epilogo hardcore.

Recital decadente nella poesia della quinta "Maria Callas" - il brano più breve con i suoi, appena, cinque minuti. Una bella carezza sonora per documentari naturalistici che non possono esistere.

Orientalismi e musica classica, colti richiami cameristici e rock dalle viscere, poesia per desertificazioni urbane e immote foreste nordiche. Un disco da tetra ambizione, e meritorio non foss'altro che per l'indiscutibile onestà degli intenti.

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