Guitar Republic s/t 2010 -

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Delle forti pulsioni sperimentaliste indicate nel comunicato stampa, nulla o davvero poco avvertono orecchie aduse ad eccessi tematici di ogni genere e grado. Il lavoro d'esordio per il nuovo trio di Sergio Altamura, Stefano Barone e Pino Forastiere, licenziato dalla Candyrat Records, si assesta sulle linee di confluenza di un'ibrida tensione tra sapienti della chitarra; un concept, e un percorso non scevro da ostacoli, che senza timore potremmo definire fusion - nell'accezione più ampia del termine - o piuttosto come una timorata rivoluzione in seno a questa incommensurabile tradizione.

Il suono nudo e crudo di "GR Airport" - un excursus che parte in bossa nova con ferma "batida", da Jobim a Joao Gilberto, e si sviluppa secondo canoni da setaccio post; il funk sporcato da cubanismi di "Funky Sex Repubblic", con interessanti innesti di violoncello, per aperture a vecchie reminiscenze - non troppo distanti nelle intenzioni da certi Marc Ribot y Los Cubanos Postizos, anni addietro. Blues del delta per la riflessiva "Radio Republic". Gli echi flamenco di "Luna Park Republic" si stemperano nelle sofficità mitteleuropee in "GR Station". Il rito finale del disco è affidato, appunto, a "The Rite Of The Repubblic", un progressivo e massimalista tributo alla sei corde.

Un lavoro giustamente ambizioso, perchè suonato divinamente, ma anche divisticamente giocato sulle distanze siderali - tra virtuosismi e implosioni tecnicistiche, e freddezze che scivolano di mano, che a volte solo i musicisti più navigati sanno fatalmente porre in essere.

Una Repubblica della Chitarra, esteticamente ben congegnata, ma con una imponderabile hybris di casta.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-05-31 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • osheanic 14 anni fa Rispondi

    Non mi sembra una cattiva recensione. Anzi, mi sembra circostanziata e garbata: garbo che non ritrovo nella sua gratuita invettiva, tipica dell'apologeta ferito - ben strana bestia schiumante...
    Se poi m'è sfuggita una misura, bè, faccio ammenda e cospargo il capo di cenere...(a patto che lei ci venga a dire da dove inizia a contare la battuta)... Tra Gilberto e i Crimson, il salto è quantico solo per chi deficita di visione olistica...

    In ordine ai commentatori di youtube, volano più in alto di quanto a volte si possa pensare - non sottovaluti, con la sua hybris di casta...

    Accetto comunque di buon grado la sua forbita critica, signora... solo... per il momento lirico che lei riserva alla "pippa di turno"... credo debba meglio indirizzare il tiro, e parafrasando il celebre proverbio orientale: io no, ma lei sa di certo a chi.





  • stefania65 14 anni fa Rispondi

    beh, a leggere questa recensione si capisce bene dov'è la hybris di casta... però per "orecchie aduse ad eccessi tematici di ogni genere e grado" come le Sue, è ben strano confondere un bel 7/8 di chiaro omaggio ai King Crimson con la bossa nova di Jobim e Joao Gilberto... voglio dire, ci sono arrivati persino i commentatori di youtube, che di solito non volano molto in alto. Perdono, sono fatta così: scrivo i comunicati stampa senza dare imbeccate - mi diverte vedere un mondo leggere le recensioni, e poi riderne assai. Attendo invece con ansia la prossima celebrazione di qualche pippa di turno, alla quale vorrei, citando Elio e le Storie Tese, volentieri sfondare i bonghi. Lei si ascolta molto, quando scrive? :?