Narcolexia Transizioni 2001 - Punk, Elettronica, Alternativo

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Rieccoli. Dopo ben tre anni dall’album d’esordio, i napoletani Narcolexia si rifanno vivi, più maturi di prima, con le idee molto chiare e prodotti da una nuova casa discografica, la 99Records. I cambiamenti, quindi, sono tanti ed importanti. Ecco spiegato perché i Narcolexia tornano sotto i riflettori solo ora.

Questo “Transizioni” è un succoso miniCD che anticipa l’uscita del secondo disco del gruppo prevista per fine anno. Sette brani, tra cui due cover azzeccate come “Morire” dei CCCP e “Salga la luna” dei Mano Negra, per 30 minuti di techno-punk meno grezzo rispetto al precedente “Sovraccarico sensoriale”. E’ evidente l’evoluzione artistica dei Narcolexia: le sonorità sono sempre a cavallo tra il punk urlante e l’elettronica aggressiva modello Nine Inch Nails ma il tutto è realizzato con armonia e semplicità, doti che nel disco dell’esordio latitavano un pò. Le tematiche trattate sono ancora una volta legate alla realtà moderna, priva di spazi liberi e dunque alquanto soffocante. Gli scenari descritti, claustrofobici ed oppressivi, appaiono in deciso conflitto con la sensibilità dei Narcolexia e di chi è umanamente simile a loro. A livello di testi, i nostri hanno compiuto un grosso passo in avanti, perché sono stati quasi del tutto accantonati gli slogan che potremmo definire, visti i tempi, “no-global”. Minacce verbali e sentimenti di odio, insomma, lasciano il passo a parole ugualmente di monito ma più misurate, più mature, più “poetiche” che di impegno. I Narcolexia hanno confezionato un mini-disc di qualità, si sente il lavoro di studio che c’è alle spalle, nulla è lasciato al caso. Dando un voto, mi sbilancerei per il 6.5 in una scala da 4 a 8, precisando però che “Fuori confine” e “Morire” meritano un elogio ulteriore, da 7. In “Fuori confine” spuntano dei violini eterei che si amalgamano molto bene con la struttura elettronica di base, mentre “Morire” cover dei mitici CCCP sa tanto di inno, lo ripeto, no-global. “Produci-consumi-crepa” gridato a più non posso è talmente attuale che fa ripensare al gruppo di Ferretti come anticipatore di temi che affioravano prepotenti negli anni ’80 ma che oggi ci assillano addirittura. Insomma, ai no-global (quelli non violenti, s’intende) propongo di adottare come inno aggressivo “Morire” ripresa dai Narcolexia affiancandolo a “Me gustas tu” di Manu Chao come inno …dolce.

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La recensione Transizioni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-08-27 00:00:00

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