Sylva Mala s.t. 2001 - Metal

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Nati nel 1997 i Sylva Mala iniziano a suonare nell’area napoletana proponendo cover di Moonspell, Slayer, Sepultura, Metallica, Edge of Sanity, In Flames e At the Gates.

Dopo varie vicissitudini, nel 2001, sfornano il loro primo cd, contenente sei canzoni in cui dimostrano già dalle prime note di non essere certamente inferiori rispetto ai loro idoli che anni prima coverizzavano.

La prima song (“Fine Veil”) irrompe immediatamente con la voce cavernosa del cantante Umberto Maria Alfieri molto abile nel tenere diverse tonalità che danno personalità ai pezzi. Tutti i brani sono caratterizzati da parti molto veloci alternate a pezzi lenti che creano atmosfere tipiche del metal più classico e che rendono il lavoro vario e per niente monotono.

Molto interessanti le ultime quattro canzoni ognuna parte di un concept (“A Lore of Sylva Mala”), ovvero raccontano le leggende di Sylva Mala, da cui deriva il nome del gruppo, che, nel medioevo, era un’estesa area boschiva, situata alle falde del Vesuvio, particolarmente temuta dai viandanti in quanto rifugio di numerosi briganti e scenario ideale per il sorgere di numerose leggende. In particolare, di questo capitolo, vi è (“Maleventum”), a mio avviso la migliore dell’album, che inizia lentamente con un arpeggio e delle parole sussurrate per poi continuare velocissima e molto aggressiva e che fa capire benissimo quanto, in questi anni il gruppo, nonostante problemi personali di alcuni membri, si sia impegnato per far nascere questo lavoro che posa le fondamenta per una carriera musicale, mi auguro, in salita
Ragazzi un grosso in bocca al lupo.

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La recensione s.t. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-08-30 00:00:00

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