3 anni dopo il demo “Illuxumana”, riecco spuntare i P38 KS, quintetto abruzzese intento a proporre un rock ricco di contaminazioni elettroniche che si rifà a vari modelli (dai nostrani Bluvertigo ai ben più noti Marilyn Manson) che da anni frequentano il genere. Rispetto al demo del 1998, questo “Plastikamianto” è un decisivo passo in avanti: migliora il mixaggio (ma si potrebbe fare meglio) e migliorano i suoni delle chitarre (adesso registrate secondo specifiche finalità per l’economia complessiva di ogni singolo brano). Ad esseri sinceri si notano progressi persino alla voce, ma il consiglio è sempre lo stesso: occorre affrancarsi da un modello ingombrante qual è quello di Piero Pelù, a cominciare dall’interpretazione dei brani.
I 6 pezzi, se escludiamo le tracce di apertura e chiusura, ci mostrano una band capace adesso di scrivere canzoni propriamente rock persino negli arrangiamenti – difetto che nel demo era tutt’altro che latente. Un plauso, soprattutto, per la scelta di utilizzare il violino in tre tracce (“Euronevrosi”, “Apparenza/e”, “Mantide”), forse le migliori di tutto il lavoro.
A volte Afterhours, a volte Ritmo Tribale, questi ragazzi sono ancora in cerca di un’identità; l’unica cosa che consigliamo loro è di ricercare meno il ‘mainstream’ per fare spazio a tutto ciò che gli serva loro per maturare e crescere con le proprie gambe.
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