the Storylines June Leaves 2010 - Pop, Folk, Easy-listening

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Gustare i suoni-sapori degli Storylines non è solo un'esperienza possibile, ma anche auspicabile. Alle pendici delle montagne friulane, dove sorge la baita Megaphone, l'esordio in Lp della band di Pordenone è un tripudio di soffici melodie. Gli arpeggi vellutati o i rumori della natura campionati su trame elettroniche sono solo la superficie luccicante del primo ascolto. Basta poco per accorgersi che la montagna emana echi armonici e voci velate sospinte dal vento del nord. È lì, nei terreni fisici e sonori del Nord, che si forma un sound folktronico e ispido. Ma non ci troviamo di fronte ad un omaggio sterile alla Morr o ai neon dorati dei teutonici Notwist. Viene in mente ascoltando il parquet di legno e flamenco che sta dietro "Daisy", il rimbombo di feedback e tamburi artigianali che rammenda gli arpeggi di "Icarus", il chiaro-scuro di sguardi fatti di fucili e pietre di "Your Eyes Are Rifles". Come pioggia lieve sui vetri che si fa melodia, il sound della band, si traveste da canzone d'autore, ma trova nel confine con l'elettronica, il posto migliore su cui adagiarsi. Fra pelli di tamburo tirate al minimo e improvvisi tuffi in suoni artificiali, gli Storylines ci regalano dieci canzoni che odorano di "fatto in casa", di alba e tramonto, di coperte cucite negli anni dai parenti lontani. I rumori e i silenzi del mondo, i cigolii dei dondoli arrugginiti sotto temporali estivi ("Pond"), accettano volentieri l'anello melodico dell'altra dimensione, che guarda dall'alto il nostro pianeta ("Pink Star", "SP1"). In questo retroterra musicale perfettamente calibrato si innesta il gioco di voci che, come il vento tra le fronde, irrompe puntuale e deciso in ogni brano. Così facendo, il cantato impreziosisce le modalità sperimentate, siano esse duetti ("Happiest, the 3rd most enviable") o sovrapposizioni ("Sick of Goodbyes"). Tra cielo e terra, dunque, tra melodie spaziali e armonie da sporcarsi le mani con gli strumenti, la magia dell'officina Storylines abbellisce di colori sfumati la tela della nostra musica.

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La recensione June Leaves di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-11-25 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • brownandtheleaves 14 anni fa Rispondi

    avanti così ragazzi..

  • faustiko 14 anni fa Rispondi

    ...e aggiungo: "Sp1" fra le canzoni più belle sentite quest'anno!

  • faustiko 14 anni fa Rispondi

    Complimenti vivissimi! Se la Morr vi mettesse in catalogo, non rubereste il posto a nessuno...