Gass Club Hotel Aterno 2001 - Rock, Noise, Alternativo

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Benvenuti all' "Hotel Aterno". Scegliete con calma la vostra stanza e mettetevi comodi, forse è già arrivato il momento di avere a che fare con i vostri illustri vicini: i Gass club.

Già titolari di un convincente cd-r d'esordio ("Antiparticella dell'estero", pubblicato lo scorso anno), i ragazzi marchigiani tornano con un lavoro che, sin dal primo ascolto, può sembrare molto lontano dalle violente scorribande iniziali. Se il suono rimane per lunghi tratti duro e poco conciliante nei confronti di un'eccessiva pulizia, la forma canzone trova nuova linfa da una certa tradizione hard-progressiva, tanto cara a molti gruppi italiani dei '70. La scelta di lasciare per strada l'istintività dura e pura – anche se non del tutto, come si vedrà -, non ha però costretto la band ad un pericoloso ritorno al passato. Merito soprattutto del prezioso contributo di Rip, uno smaneggiatore di computer e affini sempre più insostituibile per la band marchigiana. Il suo tocco riesce a regalare al cd un'aria decisamente attuale, da anni 2000, tanto per intendersi.

"Hotel Aterno" si apre con "Fino a che si può", lunga e poderosa, quasi maestosa, il miglior manifesto programmatico del nuovo corso che i Gass Club provano a percorrere. Il sapore è vagamente psichedelico e fornisce sin da subito la prova dell'eclettismo di questi ragazzi. Della stessa pasta "Antiparticella dell'estero", anche se l'istinto primordiale (quello di aggredire…) affiora con più decisione. Un istinto che esplode con "Mai e poi mai", un pezzo proto-punk, dalle atmosfere violente destinate, però, ad essere affossate da un pezzo mediocre come "Ultima spiaggia", melenso incidente di percorso salvato solo da un finale beckiano, opera del già citato Rip. "Mi sono perso" potrebbe essere un hit da heavy rotation, non fosse per l'eccessiva lunghezza. Chiusura destinata a "Tormenti", già presente in "Antiparticella dell'estero". Testi decisamente migliori rispetto al passato, come migliorata sembra la resa della voce di Ale e l'affiatamento dell'intera line-up.

In ultima analisi, un cd più che positivo, il cui merito principale è quello di mostrare una band aperta a nuove soluzioni, pur nell'ambito di un suono vigoroso, di matrice smaccatamente rock.

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La recensione Hotel Aterno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-09-07 00:00:00

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