Verdena Solo un grande sasso 2001 - Psichedelia, Grunge, Alternativo

Solo un grande sasso precedente precedente

Manuel Agnelli. Tanto vale farlo subito il nome che probabilmente tutti si aspettano di trovare in ogni recensione di Solo un grande sasso, ultima fatica dei Verdena.

Dopo il fragoroso esordio, il trio proveniente dalle valli bergamasche propone nuovamente le proprie teorie musicali, avvalendosi stavolta di una produzione artistica ingombrante e rischiosa. E' innegabile che la carismatica presenza si avverte fin troppo, ma i Verdena dimostrano di avere carattere e idee chiare, scegliendo di ripartire direttamente da Valvonauta, per compiere un ulteriore passo verso una complicata e definitiva maturazione.

Una formazione che continua a mordere gli avanzi di una musica radicata nei primi anni '90, ma capace di proiettarsi con impeto ai giorni nostri, regalando un disco emozionante ed esteticamente impeccabile.

La preziosa indole psichedelica dei Verdena continua a pulsare in una ariosa e agitata dimensione elettrica, che si materializza nella tensione di Centrifuga, per dilatarsi nelle scariche fluttuanti della splendida Onan, fino ad arrivare allo spazio ipnotico di Spaceman.

Così se durante Nel Mio Letto la regia sembra essere passata nelle mani di un nervoso John Lennon, le interminabili calvacate strumentali della violenta Nova e dell'inquieta 1.000 anni con Elide ci ricordano qual é la stella polare che orienta il cammino dei Verdena.

L'evidente crescita interiore ha senz'altro arricchito il suono, divenuto ora meno grezzo e spigoloso, pur senza dimenticare la spontaneità melodica e la sfrontatezza degli esordi. Certamente rimangono gli scontati punti di contatto con i Motorpsycho, le cui ombre si allungano con intesità variabile sui brani, nei quali si avverte uno strano, quanto impercettibile, retrogusto simile a quelle entità soniche e rabbiose viste in taluni episodi degli Afghan Whigs.

Un disco audace ed ispirato, con attimi in cui il coinvolgimento arriva a livelli decisamente elevati, peccato per alcuni testi non sempre all'altezza e per qualche inevitabile luogo comune che trasporta la mente su sensazioni gia vissute.

La strada é appena cominciata e nonostante Solo un grande sasso non appaia ancora in grado di lasciare una traccia profonda in un pubblico "adulto" e troppo esigente, rimane l'assoluta certezza di aver finalmente trovato in casa nostra un gruppo capace di crearsi un solido futuro nel rock, riuscendo a imporsi con coraggio ben oltre le fastidiose regole di mercato e, soprattutto, dando la netta impressione di essere pronto da un momento all'altro ad esplodere qualcosa di importante per la musica italiana.

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La recensione Solo un grande sasso di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-09-20 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • utente0 16 anni fa Rispondi

    Ma che c'azzeccano gli Afghan Whigs??

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    veramente un capolavoro è uscito fuori dai strumenti e dalla voce dei verdena..non riesco a non ascoltarli 24 ore al giorno..sto aspentando il 4° cd..ho voluto commentare questo perchè forse mi piace di più..cmq io con il mio gruppo(Zona eufonica) abbiamo iniziato a far le cover dei verdena:)..venite a Senigalliaaa!!