Ruben Il rogo della vespa 2010 -

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È come se lo stesso packaging, essenziale ma da un colore inequivocabilmente attraente, lanciasse un monito da leggere tra le righe perché non è tutto oro ciò che luccica. Ma da quali inganni dovremmo guardarci le spalle? Non si deve attendere molto per svelare l'arcano perché è già la title track di apertura ad illuminare le intenzioni che si innervano dietro alla produzione dell'intero album: basta citarne un breve estratto, "è il politico che si fotte il mondo, è il giornalista che s'intervista, è il soldo che corrompe l'artista", e tutto è davvero più chiaro. Nulla di nuovo in fondo e per fortuna c'è la vena poetica a rendere l'epifania meno amara.


"Il rogo della vespa" cresce tra verismo e una moderna lotta di classe e mette in mostra dodici quadri canzone che ruotano attorno ai mali di una società deleteria evocandone immagini già sotto gli occhi di tutti. "Le cose si mettono male" è una denuncia verso i new media e la loro filosofia del successo grazie allo sfruttamento del dolore (altrui), "Dare e avere" tenta di salvare un bilancio miseramente in perdita.


Per celebrare i suoi dieci anni da cantautore, Ruben, alias Pierfrancesco Coppolella, sceglie un album impegnato e impegnativo. Sul suo valore musicale non ci sono dubbi, i testi vengono sdrammatizzati dall'ironia degli arrangiamenti vicini al folk regionale e a piccoli sketch cabarettistici. Le collaborazioni costellano ogni brano e impreziosiscono tanto l'ensemble strumentale, uno tra tutti Michele Gazich, già violinista con Massimo Bubola, quanto l'apparato vocale, una tra tutte Veronica Marchi in "Controluce".
 Da ascoltare con spirito critico, ma senza perdere di vista il ben riuscito risultato finale.


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La recensione Il rogo della vespa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-03-15 00:00:00

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