Cercando in rete informazioni sui Melana Cream, ci si imbatte in un post in cui il gruppo di Reggio Emilia chiede agli ascoltatori di suggerire qualche nome di band che secondo loro potrebbe averli ispirati, visto che, dicono, non sanno cosa rispondere quando gli viene chiesto quali sono i loro riferimenti. L'unico commentatore va abbastanza vicino al vero quando sostiene che i nomi da fare sarebbero tanti, e che il rock variegato di "In Front Of The Giant" rimanda tanto ai Tangerine Dream quanto agli Strokes, passando per Mars Volta, Pearl Jam e Wolfmother. Aggiungiamoci anche Radiohead e Sigur Ros - creditori delle atmosfere di una partenza affidata alla liquida "Filth", un po' di Glasgow sound – avvertibile nella sbarazzina "Sixty People" (in cui sarebbe stata bene una voce femminile), l'attitudine neoclassica dei Black Rebel Motorcycle Club, e avremo il ritratto quasi fedele di un gruppo che proprio non sembra amare le facili classificazioni.
Lo dimostra la nonchalance con cui in una sola (lunga: dieci minuti e rotti) canzone passa dall'ukulele e dal senso di jam session country alle chitarrone hard anni settanta (succede nella conclusiva "Homeless"), oppure dalla psichedelia più filologica e bluesy di "Wisdom" allo space-rock di "Stars Are marching Slowly", al lento contemporaneo e un po' fighetto di "The Pull-over". Forse troppa roba, tanto che alla fine si viene colti da un certo senso di indigestione, più che di appagamento. Ma comunque, quando si hanno tante idee ci si può sempre alleggerire strada facendo, quindi diciamo che per ora va bene così, considerando anche il fatto che il cd è "fatto in casa" e che a volte (sempre?) serve un occhio esterno e spietato che dica cosa buttare e cosa tenere.
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La recensione In front of the Giant di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-02 00:00:00
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