Bar Noir s/t 2009 - Rock

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Più che cantare, quasi un recitare. Non che di esempi illustri non ce ne siano, i OfflagaDiscoPax e i Massimo Volume in fondo hanno affidato parte del loro successo all'aspetto narrativo. Per un esordio invece è una scelta impegnativa ed azzardata, perché stare in equilibrio in una sorta di reading è più rischioso che lasciarsi andare alla melodia delle note.

I Bar Noir non se la cavano male, tra brevi assaggi come "Eurosonic" e prove di maggior fatica come la finale "Rimini" dimostrano di destreggiarsi senza timori con le parole. I testi sono arrabbiati, carichi e curati ma quasi paradossalmente è l'ensemble musicale il punto forte. Il sound, affidato a chitarre basso e batteria, richiama molto l'essenzialità del rock alternativo delle origini (gli anni '90 s'intende) e l'apertura con "Popper" ne incarna al meglio l'essenza. Non è un album da sottofondo, di quelli da corteggiamento e cenetta a due. Per comprenderlo e apprezzarlo è indispensabile essere ben disposti con pazienza e concentrazione: vietato scoraggiarsi se dopo il primo ascolto non tutto è chiaro e scorrevole.

Il progetto di questo gruppo romano ha fondamenta forti ma ancora deve maturare la perfetta coesione tra musica e parole. Perché nulla in questo connubio può essere lasciato al caso.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-01-20 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • nachofever 13 anni fa Rispondi

    C'è anche Luci della centrale elettrica...