Una vera e propria sorpresa quest’opera prima realizzata dai lombardi Monksoda, quintetto che ormai lavora da quasi un lustro su un progetto musicale che, a conti fatti, può dirsi riuscito.
Fortemente influenzati dai Nine Inch Nails - che stranamente non compaiono nell’ipotetica voce delle ‘influenze’ - sviluppano il loro sound incastrando più elementi di varie scuole e generi: elettronica in primis, ma anche crossover, nu-metal e hard-rock. L’impasto sonoro, con tutti gli ingredienti del caso, ci sembra molto appetitoso; peccato, però, per la durata: oltre 50 minuti di musica sono fin troppi.
Così, al poker d’assi d’apertura, si contrappongono alcune tracce poco riuscite (“Monotonia d’amore (riflessi di)”, “Nu blaxploitation”), che però non compromettono la media di un disco in cui, a volte, i nostri pescano dai Depeche Mode (“Open circles”, “I’m God”), dalle trame di basso dei Korn (“Unnecessary”), su su fino ad arrivare al post-rock (“Like Hannibal”) e all’hard-core di matrice ‘fugaziana’ (“Can’t stop ‘til get enough”).
A dirla tutta, quindi, i Monksoda guardano altrove, musicalmente parlando; è oltreOceano che trovano ispirazione e dove, molto probabilmente, potrebbero trovare un numero non indifferente di proseliti. Ciò non toglie che in Italia qualcuno fra voi lettori possa apprezzare la proposta.
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La recensione Safe and sound… di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-10-16 00:00:00
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