Virginiana Miller Inediti 90-92 2011 -

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L'incontro tra Simone Lenzi e i Lamia, il nucleo dei futuri Virginiana Miller, avviene in una sera d'estate del 1989, dopo un anno e mezzo di provini a ventisei diversi aspiranti cantanti. Ce lo racconta Andrea Raspanti nella sua accurata biografia sul gruppo livornese, intitolata "Virginiana Miller. Storie di parole e musica", sottolineando come la vocazione sperimentale dei Lamia, segnata da un forte desiderio di originalità, trovi finalmente nella sorprendente capacità scrittoria di Simone il completamento tanto atteso. Non a caso, forse, il primo testo della nuova formazione si intitolerà, in modo quasi profetico, "Il progetto", attestando la qualità assoluta del loro autore: "citazioni e riferimenti eruditi, immagini nuove e immediate, precisione lessicale, senso della misura, competenza metrica", per usare le parole di Raspanti.

Eccoli i Virginiana Miller, nel lungo periodo di scrittura e prove (quasi sette anni) che precede l'uscita del primo album, "Gelaterie sconsacrate". I cinque brani inediti, tratti da registrazioni amatoriali dal '90 al '92, e allegati alla biografia, testimoniano già la solidità d'ispirazione dei lavori futuri, pur tra giovanili ingenuità che fanno abbondare di flenger o altri effetti, e i fruscii del quattro piste (..la tecnologia informatica era ancora di là da venire). Tocca dirlo, queste canzoni respirano fresche, e sinuose, nel coraggio con cui cercano nuove vie espressive che non ossequino pedantemente i modelli inglesi, né si adagino su cantautorati triti.

"Vero e falso", monologo immaginario di Ludwig Wittgenstein in punto di morte, spicca per gli ambiziosi arrangiamenti, che nulla sottraggono all'immediatezza del brano, e per il testo, evocativo ed emozionante – "devo partire da me / da me che parto per la guerra dei mondi / dove piove o non piove / ma fa freddo comunque / se vedi i miei amici di' loro che ho avuto una vita meravigliosa / die wunderbar…" – che fa presagire le intensità future de "La risposta", la capacità di andare all'essenziale. La sorprendente "Lo stallo" invece, scritta due anni prima della discesa in campo di Berlusconi, suona beffardamente attuale e tratteggia lo scenario livido che oggi ben conosciamo, con una linea di basso che è come una litania sottesa: "..siamo noi / siamo quelli di prima / ci hanno messo in panchina / e non abbiamo niente da fare / e ora contiamo fino a tre / casca il mondo e casca la terra / ma si salvano tutti / e non scoppia la guerra / non succede niente / e la televisione si riempie di gente / che parla di gente della televisione / e se intoniamo un nome ci danno un gettone". Su toni più leggeri si apre "L'amore in un gatto", giocoso divertissement felino sull'abbandono sentimentale, quello vero e quello rappresentato dalle fiction televisive, che sembra quasi adombrare una riflessione sull'ispirazione poetica, mentre "Uomo in mare" costruisce su voce e pianoforte un'istantanea dolce amara sull'affondo di un amore.

Che dire di queste tracce demo alla luce degli esiti così felici che ci ha regalato la caparbia ricerca musicale dei sei ragazzi livornesi? Prendo a prestito due frasi dalla nota con cui i Virginiana Miller accompagnano questi loro figli di vent'anni fa: "Visto da qui, sembra che non ci sia niente. Eppure qualcosa c'è, qualcosa rimane".

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La recensione Inediti 90-92 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-03-03 00:00:00

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