Tomakin Geografia di un momento 2011 -

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La constatazione che all'epoca della new wave (quella vera!) questi ragazzi forse neanche erano nati non può che farmi gioire di fronte ad una tale metabolizzazione del genere, avvenuta in via del tutto naturale in tutti i suoi elementi costitutivi – accordi, parole, arrangiamenti, visioni e atmosfere – senza artifici e forzature, proprio come se in una vita pregressa la band piemontese avesse girovagato, dentro marziali soprabiti grigi, lungo le crepuscolari strade di Manchester, Berlino, Dublino o Pordenone.

Prodotto da Fabio Martino degli Yo Yo Mundi, "Geografia di un momento" noleggia tutto il malinconico armamentario dell'epoca – gelide chitarre, bassi circolari e siderali intermittenze sintetiche - rivestendo ogni comprensibile déjà-vu di una personalissima patina cantautorale, figlia delle suggestioni mitteleuropee di Battiato, Ruggeri e Garbo (qui, peraltro, dietro le quinte di "Siero"). E così, per quanto "Maree" avrebbero potuto suonarla gli U2 di "October, "Quando sogno" i Cure di "Seventeen Seconds", "Joasia" e "New Wave" i New Order di "Power, Corruption and Lies" e "Bar Code" i nostri italianissimi Futuritmi, al debutto dei Tomakim va comunque riconosciuto il merito di aver saputo illustrare lucidamente il malessere giovanile contemporaneo attingendo dalla connotazione più generalista e trasversale di new wave.

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La recensione Geografia di un momento di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-06-03 00:00:00

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