Doc Brown L'Uomo Tende All'Equilibrio 2011 - Rock, Pop, Electro

L'Uomo Tende All'Equilibrio precedente precedente

Cosa fare se la prima traccia di un album che hai appena cominciato ad ascoltare è un'accattivante canzoncina scaccia-pensieri? Bruciare il cd all'urlo di giammai tali bassezze. Oppure continuare l'ascolto, magari sperando che il piglio genuinamente pop prenda il sopravvento sulla disarmante ingenuità del testo e su una voce un po' troppo impostata. Proviamo con la seconda e scommettiamo su "L'uomo tende all'equilibrio" dei Doc Borwn.

Mentre a fatica ci togliamo da dosso il motivetto di "Romantico Astrofisico", l'ascolto diventa un percorso attraverso le strade conosciute del pop-rock all'italiana ("Il male del secolo", "Salva me"): opache ma orecchiabili linee melodiche si sviluppano grazie al minimo sforzo armonico attraverso la canonica struttura della forma canzone. L'ambientazione sonora cambia a metà strada con "Beautiful" e a quel punto l'album perde la sua pur non brillante identità e diventa il raccoglitore di canzoni formato foto-tessera, per cui non resta altro che la semplificante nitidezza di pochi tratti distintivi e qualche spunto più accattivante qua e là ("Occhi lucidi", "Ossigeno").

Alla fine rimpiangiamo la traccia d'apertura, cioè la speranza e la scommessa (questa volta persa!) di un album che sappia confrontarsi davvero con il pop, con la canzone popolare, in cui l'immediatezza e l'urgenza si coniughino con la ricerca del racconto e l'elaborazione dell'ispirazione di musica e testi. Questa è la sfida e speriamo che in futuro i Doc Brown ne saranno all'altezza.

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La recensione L'Uomo Tende All'Equilibrio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-09-02 00:00:00

COMMENTI (4)

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  • emilianocalori 13 anni fa Rispondi

    piace.

  • judA 13 anni fa Rispondi

    Album molto piacevole e onesto che affronta temi di spessore emotivo e intellettuale mai in modo banale.
    Un disco di ottima qualità sonora e dagli arrangiamenti raffinati. Un cantato pop impeccabile,incroci di chitarra alternative-rock appoggiati ad una base ritmica di spessore che collocano i Doc Brown in un limbo pop-rock assolutamente personale. Un album che naviga tra malinconia e leggerezza.
    judA ve lo consiglia.

  • iccigruntz 13 anni fa Rispondi

    Come si pretende di parlare di musica popolare quando traspare chiaro dal testo l'intento di portare a casa il pezzo avvalendosi in maniera continua ed indiscriminata di vuote perifrasi dall'alto coefficiente di disorientamento?
    Non entro nel merito del disco (che ho comprato e mi è molto piaciuto, trovandolo più immediato e genuino di quanto ti affanni a negare), ma sarebbe il caso che lo facessi tu, visto che delle venti righe di testo ciò che rimane al lettore è più l'intento di palesare la tua padronanza della lingua, piuttosto che di dare un giudizio critico sui brani. Lasciamo i filosofi ai libri di settore, e facciamo recensire gente che ne sappia di musica. La gente popolare come NOI ha bisogno di comunicazione, non di frasi ad effetto.

  • utente53161 13 anni fa Rispondi

    l'immediatezza e urgenza con cui fa trend stroncare per apparire, è un male a cui solo l'onestà della persona può porre rimedio...a fatica mi tolgo di dosso il disarmante e imbarazzante piglio allusivo e provocatorio del soprariportato esercizio di autoincensamento e sterilità dialettica...comunque è la testata giusta per allenarti e palestrarti...continua così!!!!