Maxpicchiatoda3 S/t 2010 -

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Partiamo dal nome: Maxpicchiatoda3. Non so cosa avesse ispirato gli ex Polish Child nell'investirsi di questa nomenclatura, ma non funziona e ce ne dispiacciamo. I Polish Child da Asti cambiano nome e lingua (dall'inglese all'italiano) e sfornano dodici brani dal sapore alternative rock, con i piedi ben piantati nel contemporaneo: synth e chitarre elettriche si combinano bene e pulsano di una forte energia melodica. Quando parte "Sean Lightholder" sorridiamo speranzosi, perché il pezzo funziona alla perfezione con la voce femminile che aggredisce e rincorre i synth alla Chalets e l'equilibrio fra potenza e melodia si fa soave. Sfortunatamente il felice episodio non si ripete molto spesso nel disco, lasciando fin troppo spazio ad una pomposità esagerata, che mal si concilia con la scelta della band di tenere il rock sempre a portata di elettronica. Si guarda spesso ai Verdena (trascinandosi dietro anche l'enigmaticità delle liriche), ai Subsonica, al grunge crudo di fine secolo. "Gin+Roipnol" ( "Meglio allora le scritte nei cessi" delle tue idee su noi due) e "Passando da Dove Non Si Vuole" (con i suoi feedback di chitarra che fanno da eco al lamento vocale dei testi) sono brani efficaci, proprio perché misurati su un giusto livello di intersezione delle varie parti compositive. Il consiglio spassionato da parte di chi ha comunque apprezzato l'opera è quello di depurare ancora un po' da orpelli e fronzoli e puntare dritti alla meta. Ma per ora, bene così.

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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-04-20 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • deviusareunpollo 13 anni fa Rispondi

    Grazie per la recensione Nino!!
    P.s. il nome è Maxpicchiatoda3 non MaxpiAcchiatoda3 :)