Dopo il brillante esordio risalente ormai a due anni fa, tornano sulla scena i Soul Mio con un nuovo album che, musicalmente parlando, segue la scia segnata dal precedente “Vertigini”. Se quindi all’epoca il principale riferimento si chiamava trip-hop, adesso la materia non cambia e i ritmi sincopati pervadono tutte le 11 tracce del dischetto. Forse cambia l’approccio, visto e considerato che i Nostri non si avvalgono più della produzione di Cesare Malfatti (membro dei La Crus), ma preferiscono fare tutto da soli sul fronte della produzione artistica.
Il risultato finale è quindi riportato in questo “El sol se pone negro”, dove l’atipica voce di Imma Costanzo è sempre lì in primo piano, mentre i beat (e la musica, e i suoni, e le atmosfere…) generati dalle sapienti mani di Ugo De Crescenzo e Leziero Rescigno si situano sulle stesse coordinate di sempre. Ne viene fuori una produzione che farebbe invidia anche agli esponenti del genere oltreManica: le parti componenti l’opera si incastrano perfettamente e nessuno degli 11 pezzi ci sembra fuori posto. Anzi, appassiona la versione ‘transformix’ di un classico di Battiato come “Centro di gravità permanente”, accelerata e rimanipolata con stile ma comunque rispettosa dell’originale; poi, secondo abitudine, il quartetto esplora anche territori ai confini della techno (la title-track, “Reclusa”, “Insostenibile io”, la ghost-track), ma non dimentica le ballate (“Si fosse pe mme” e “I don’t care”, “Fragile limite di sopportazione”, “L’altra”). Il tutto, naturalmente, con la cifra stilistica tipica della formazione e che ormai caratterizza ampiamente la proposta.
In definitiva, crediamo che la qualità principale di questo disco sia rintracciabile nella sperimentazione di fondo, ottimamente dosata, che lo pervade completamente, senza però dimenticare la ricerca di accattivanti sfumature pop che rendono godibilissima ogni singola traccia.
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La recensione El sol se pone negro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-11-20 00:00:00
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