Fabio Orsi Wo Ist Behle? 2011 -

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L'artista declina le coordinate di quest'ultimo lavoro come la risultante emozionale del suo trasferimento a Berlino. E in una certa qual misura la radianza glaciale che se ne ricava, parrebbe dar credito a tale affermazione, con tutta una serie di sfumature e implicazioni logiche che potrebbero andare dall'anacronismo nudo e crudo, passando per il cannibalismo enciclopedico, fino al revivalismo nostalgico, si, ma pregno di vitalità.

Ci troviamo davanti ad una rassegna filologica che si inerpica su per il crinale del Krautrock targato 1970. Si va dalla musica cosmica, a la Tangerine Dream, per intenderci, dell'ouverture "Loipe 1", collage di suoni sperimentali e percussivi prima della sua rivelazione synth-oriented, alla de-strutturazione analogica dell'episodio "Loipe 3", reiterativo ed ipnotico al di là del bene e del male - droni distorti e un vento da cambiamento post-contestatario che soffia sinistro lungo la traccia. In "Loipe 4" ritroviamo tutta la riflessività zen-avantgarde di Ryuichi Sakamoto & Alva Noto, stratigrafia per accumulo, paziente ordito di mani sapienti, ma anche debilitante a vederne la fine.

A trascinarsi via tutto, e in qualche misura a ribaltare le premesse, ci pensa "Loipe 5", episodio tra i più riusciti, noiseggiante e psichedelica (ma anche proto-punk) nel tradurci nelle atmosfere medianiche tra Amon Düül II e Popol Vuh.

Colto, mesto e alto, sicuramente gemütlich (si prega di ricercare le molte valenze del termine) e per orecchie sublimi. Ma, in ultima analisi, le macchine della Boring, stavolta, davvero un po' annoianti.

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La recensione Wo Ist Behle? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-05-05 00:00:00

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