Julian Mente Dal profondo 2011 - Rock, Alternativo

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I Julian Mente, originari di Foligno, vicino a Perugia, esordiscono nel 2008 con l'Ep "Rumore", e si ripropongono sullo scenario musicale nel 2011 con il loro Demo "Dal Profondo". "Dal Profondo" si articola su undici tracce cantate in lingua italiana, caratterizzate nei titoli da un'aura fiabesca da storia del terrore. Emblematiche la prima e l'ultima traccia. La prima traccia è un'Introduzione con atmosfera di stampo prettamente new wave , su cui si arrampicano xilofoni e una distorsione sperimentale, tratto caratterizzante del gruppo. L'ultima traccia è invece un prolungato urlo di dolore, simile a un lamento rabbioso, un ululato. Si tratta di rumore puro, contrapposto all'Introduzione, che è atmosfera, suono puro. Un modo per sottolineare la sensazione di tormento che emerge da dentro, dal profondo umano, che si racconta e vuole raccontarsi tramite la musica.

Su sonorità di questo genere si edificano tutte le canzoni di questo Demo, mattone dopo mattone. Si alternano ritmi più invadenti vicini al post punk, raw music per essere precisi (vedi Zola Jesus e Birthday Party). Il ritmo è energico, talvolta urlante, aggressivo, talvolta funereo, talvolta la voce somiglia più ad una nenia. Potrebbe definire meglio il gruppo e renderlo più particolare, o, sbilanciandosi dal lato opposto, potrebbe stancare o infastidire.

"Bianco Sangue" ha una melodia che entra facilmente in testa ed è semplice da ricordare, i testi sono scorrevoli, regalano immagini metà vivide e metà metaforico/simboliche, "…le vene trascinano via i ricordi, mentre li osservo scappare, come schegge d'inferno andate via". Sulla scia di "Bianco Sangue" resta anche "Uccidi i Commedianti": "Sono stanco di fingermi un altro, ingannare non è più il mio scopo", concetto nietzschiano che spinge a liberarsi delle proprie maschere e uccidere il falso, gli assoluti, per liberarsi e mostrarsi nella propria umanità/problematicità (i testi tendono a sottolineare il concetto altrettanto Nietzschiano di umano con tutti i suoi bassi difetti, tanto che si parla di viltà e di vergogna e di dignità).

Poi c'è "Seta" (particolarissima la batteria iniziale distorta): "Ciò che non puoi ottenere: uccidere la tua vergogna che scompare". Le altre tracce, più lente e più pacate "Rettile", "La Terra", "Immobile", "Uno", si distinguono per una nota sperimentale e psichedelica ( Pink Floyd, Bauhaus).

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La recensione Dal profondo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-07-07 00:00:00

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