The Sleeping Cell S/T 2011 -

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Mai giudicare i dischi dalla copertina, così ho sempre sentito dire. Prendi per esempio il disco omonimo dei napoletani The Sleeping Cell: ti aspetteresti un non ben precisato miscuglio di tech-house, trance e diosolosachealtro, e invece ti ritrovi ad ascoltare un album pop-elettronico con piacevole voce femminile dall'aria civettuolamente internazionale. Si attacca con un numero alla Goldfrapp come "Long Life", ci si sposta attraverso voci alla LFO screziate di distorsioni con "The Sleeping Cell", si approda a una ballata per piano, voce ed elettronica come "Don't forget", dopo momenti che ricordano una Kylie Minogue indie ("J.C.PR"), con tanto di scratch, e altri una Madonna vestita di electro ("Implode").

Si prosegue con una doverosa porno-track in slo-mo con tanto di sirene ("Fun to fuck"), passando per una Nina Persson su cassa in 4/4 ("My Treasure"), atmosfere disco rock vocoderizzate ("Machine's revolution"), ballate elettroniche strumentali leggermente kitsch ("Chemical Heaven", questo sì un titolo che funzionerebbe per un disco della Vandit), per arrivare infine a una Roisin Murphy un po' anni '90 con "Where is the place". Il percorso è piacevole ma purtroppo senza grandi sussulti, guidato da mani ferme e capaci, ma ancora prive di quel tocco personale che garantirebbe un interesse vivo per questo progetto. E forse non giova anche una padronanza scricchiolante della lingua inglese che – data per scontata una ontologica naïveté dei testi della musica da club – compromette la candidatura di The Sleeping Cell ad act internazionale nell'ambito della musica pop house.

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La recensione S/T di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-06-15 00:00:00

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