Filo Q Il bordo del buio 2011 - Cantautoriale, Elettronica, Acustico

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Ascolti "Se ad ogni azione corrisponde una reazione / uguale e contraria mi manca l'aria" e ti sembra di essere in un disco dei Perturbazione, fai partire un'altra traccia e cadi a piombo nei moralisti degli Amor Fou, salti qua e là nella tracklist e arrivi al suono romano che è (stato?) di Riccardo Sinigallia e Pinomarino. Poi prendi in mano la copertina e vedi che non è una raccolta di pop d'autore degli ultimi quindici anni, ma il nuovo disco di Filo Q, al secolo Filippo Quaglia, genovese, già nel giro dei Numero 6 e recentemente tra gli intestatari del progetto Magellano. "Il bordo del buio" è un album dal titolo bellissimo, che conta dieci brani capaci di coprire ogni possibile sviluppo di quella che, un tempo, sarebbe stata definita semplicemente musica leggera. In testa la lezione di De Gregori, ovvero il cantautore con la c maiuscola che più di tutti ha giocato con il gusto pop, e nelle dita la voglia di spostare i suoi insegnamenti all'anno 2011, scegliendo con precisione parole e arrangiamenti. L'album di Filo Q è ben fatto e ben curato, c'è attenzione a ogni dettaglio, ma purtroppo è meno di ciò che sarebbe potuto essere. Proprio la volontà di introiettare tutti i riferimenti di cui sopra finisce per zavorrare il lavoro con una mancanza di identità.

Non si discute il fatto che all'opera ci siano un gusto e una testa consapevoli e dediti all'inseguimento della qualità, ma si avverte la mancanza di un'uscita - anche estemporanea - dall'esercizio di stile, per trovare il pezzo capace di far drizzare le orecchie in qualsiasi momento e in qualsiasi faccenda si sia impegnati. Se la sostanza c'è, è nascosta sotto troppi veli. Si tratta di pezzi che si potrebbero ascoltare in concerti intimi di club sconosciuti, ma anche di brani che si avvicinano pericolosamente allo stile di alcuni prodotti discografici sintetizzati in laboratorio (la prima traccia non è distante da "Di notte" del figlio di Amici Pierdavide Carone).

Filo Q potrebbe essere l'anello di congiunzione tra il pop di Dente o Amor Fou e quello che viene realizzato con l'unico obiettivo di scardinare l'airplay radiofonico. Una posizione difficile, fatta di equilibri molto fragili. Centrarli alla perfezione sarebbe una specie di miracolo.

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La recensione Il bordo del buio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-07-19 00:00:00

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