Italian Farmer Raccolta dialettale 2011 -

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Amanti del rap e della musica dialettale unitevi, sono arrivati gli Italian Farmer!
Amanti delle belle idee e dei piani ben riusciti, unitevi pure voi, c'è posto!
Detrattori del rap e anche del dialetto, fermatevi un attimo e sentite qua.
C'è questo disco, si chiama "Raccolta dialettale", che è qualcosa di molto interessante, proprio nel senso che può interessare (a) tutti voi. Perché? Perché contiene dell'ottima musica rap e perché essa è cantata in dialetto bresciano, perché l'idea di base è semplice e geniale e perché dietro c'è un'onestà intellettuale che porta questo disco a essere paradossalmente quanto di meno provinciale si possa immaginare.

Proviamo a spiegare e a cercare di raddrizzare i nasi che si sono storti al solo leggere le prime righe.
Gli Italian Farmer, aka Dellino e Rino, sono due giovanotti nati e cresciuti nella bassa bresciana, zona di campagne, afa, zanzare, nebbia, puzza di merda e tanta tanta poesia. Come numerosi coetanei si danno al rap in tenera età e come tutti loro, chi più chi meno, aderiscono a modelli preconfezionati e per lo più importati dall'estero, finché, e qui si accende la lampadina, si rendono conto che il dialetto bresciano è un perfetto slang e che sarebbe fico provare a fare rap utilizzando quello. Attenzione, qui scatta l'onestà intellettuale: che cavolo di senso ha sposare tutti i classici cliché dell'immaginario hip hop (il ghetto, la strada, le pistole) quando si è di Manerbio e si vive tra il granturco e i maiali? Perché scimmiottare un immaginario importato, quando ne abbiamo a disposizione uno reale e traboccante di storie che aspettano solo di essere raccontate? E qual è la lingua migliore per raccontarle se non quella che dà loro origine?

Trovata la scintilla si dà fuoco alla paglia, che poi si propaga ai legnetti per finire ad aggredire i ceppi e fare un bel falò: a quel punto si può cucinare la polenta, affettare il salame e stappare il rosso, genuinità e cortesia! Sembra lo spot di un discount, ma provare per credere: il risultato è un misto di tradizione e innovazione, un affettuoso sguardo indietro e un altro pieno di ironia a sfidare il futuro, un affresco moderno delle contraddizioni del nostro tempo, dipinto dove queste sono più visibili e stridenti, là dove c'era la campagna ora ci sono i suv e le speculazioni, là dove c'erano i matti del paese, spacciatori e caporalato. Rap rurale secondo la definizione dei suoi autori: uno sdoganamento del dialetto che rinasce e si riattiva, adattandosi al tempo della tecnologia, una lingua lenta che racconta la follia della velocità a tutti i costi.

La volete sapere la cosa veramente bella dopo tutte queste menate? È molto semplice: questo disco spacca, come dicono i giovani. Gira che è un piacere ed è incredibile constatare come il flow (si dice così, giusto?) di Dellino e le splendide basi di Rino (un misto di funk, jazz, swing), creino un connubio che non teme il confronto con esperimenti ben più noti e blasonati (si fa rap in napoletano e in pugliese, perchè non in bresciano?), ma soprattutto denota una forte identità e personalità. Un ascolto consigliato anche e soprattutto a chi non è bresciano, potreste rimanere piacevolmente sorpresi: paura di non capire i testi? Non mi verrete a dire che capite ogni parola di quanto dicono Eminem o 50 Cent?

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La recensione Raccolta dialettale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-09-01 00:00:00

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